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La manutenzione dei parquet trattati con cera d’api

I pavimenti in legno trattati con cera d’api riportano alla memoria i parquet di un tempo. I vantaggi sono: la naturalità, l’assenza di sostanze volatili nocive e il rispetto della salute umana. La loro manutenzione però è più lunga e la loro bellezza richiede più cure

di Mauro Errico

In questo articolo affrontiamo la questione delle finiture protettive con l’utilizzo della cera d’api. Sicuramente questo trattamento protettivo, che ricordiamo non è assolutamente assimilabile a quello filmogeno, è da considerarsi sicuramente il primo e più datato trattamento per pavimenti in legno di cui si abbia notizia. Quando parliamo di cera ci riferiamo alla cera d’api, vediamo un po’ di curiosità in merito a questo prodotto che certamente è al massimo della naturalità. Il termine stesso ci indica che si tratta di un prodotto apistico per eccellenza come il miele e la propoli. La cera d’api è una secrezione degli omonimi, piccoli, insetti (apis mellifera) e con la quale costruiscono le strutture interne dell’alveare (favo) dove viene, poi, immagazzinato il miele. Per moltissimi anni, la cera è stata un materiale di enorme importanza per l’uomo, essendo l’unico prodotto naturale disponibile del suo genere. Attualmente, il campo d’impiego della cera d’api si è ristretto, poiché questa sostanza è stata sostituita con materiali affini, talvolta meno costosi. A ogni modo, questo non significa che la cera d’api abbia perso il suo va lore; infatti, non bisogna dimenticare che la cera d’api è comunque un sottoprodotto dell’estrazione del miele.

Ma dove avviene la produzione della cera d’api?

La produzione di cera d’api avviene nel favo, che rappresenta una costruzione geometrica costituita da migliaia di cellette: piccoli contenitori esagonali costruiti perfettamente dalle api. Il favo è interamente costituito dalla cera, prodotto di secrezione delle ghiandole ceripare poste nella parte ventrale dell’addome delle api operaie. Le suddette ghiandole non funzionano durante tutta la vita dell’insetto, ma solamente nella fase giovanile, che corrisponde al periodo compreso tra il 10° e il 18° giorno dallo sfarfallamento; inoltre, le ghiandole sono in grado di produrre la cera solamente quando la temperatura dell’alveare è variabile tra i 33 e i 36 gradi centigradi. Le ghiandole ceripare producono cera sotto forma di goccioline: a contatto con l’aria, le goccioline si solidificano formando piccole scagliette di cera, che rimangono “incollate” all’addome dell’ape. Successivamente, l’insetto estrae le scagliette di cera dall’addome con le zampe, per modellarle con le mandibole insieme a polline e propoli; il procedimento appena descritto viene ripetuto centinaia di volte per ogni scaglia. Il risultato finale, derivato da tutte le 10.000-90.000 api operaie dell’alveare, sarà la costruzione perfetta del favo.

Generalità della cera d’api

Non appena la cera viene secreta dalle ghiandole ceripare, questa risulta bianca. Successivamente, per la presenza dei pigmenti contenuti nel polline e nella propoli, la cera assume una colorazione gialla-rossastra (cera gialla), talvolta bruna. La cera Alba si ottiene tramite la purificazione e la sbiancatura della cera gialla e come intuibile la cera risulta untuosa al tatto, duttile e flessibile, e presenta un aroma intenso. La cera d’api risulta plastica, sicura nelle formulazioni cosmetiche e forma emulsioni molto stabili. Se diamo un’occhiata all’analisi chimica scopriamo che, considerato che si tratta di un prodotto completamente naturale, la composizione chimica della cera d’api è abbastanza variabile. A ogni modo, generalmente, la cera d’api è costituita all’incirca da: • 70% di esteri di acidi cerosi • 12-16% di idrocarburi • 14% di acidi grassi liberi e derivati (acido palmitico, palmitati ecc.) • 1-5% di propoli, pigmenti ed altre sostanze • 1-2% di alcoli liberi • 1-2% di acqua Chiaramente, la cera d’api essendo un prodotto appartenente alla categoria dei lipidi, è insolubile in acqua, ma parzialmente solubile in alcol e completamente solubile in composti come cloroformio, benzina, etere ecc. Il suo punto di fusione corrisponde a circa 62-65°C.

Raccolta ed estrazione

La raccolta del favo è indispensabile per recuperare la cera, successivamente l’estrazione della cera può avvenire secondo tre modalità: a bagnomaria/acqua bollente, o per fusione (per mezzo di sceratrici solari: l’energia solare è sfruttata per sciogliere la cera) o, ancora, tramite presse e vapore. Si tenga conto che generalmente, da ogni favo si ricava un quantitativo di cera d’api pari a 80-110 grammi, quindi possiamo farci un’idea di quanto lavoro serva per produrne un quantitativo significativo. La cera d’api d’opercolo è la più pregiata: si estrae dagli opercoli tolti dai telaini durante il processo di smielatura, utile per la formulazione di cosmetici pregiati e per la produzione di fogli cerei d’alta qualità. Molteplici sono gli impieghi del prodotto naturale dato che le proprietà della cera d’api ben si adattano alla formulazione di candele, prodotti cosmetici e specialità farmacologiche, oltre a essere sfruttate per la preparazione di prodotti lucidanti per scarpe e mobili. Non solo legno ma anche in ambito cosmetico, la cera d’api è impiegata per le sue potenzialità idrorepellenti- protettive sullo strato corneo: in prossimità della pelle, infatti, i prodotti formulati con cera d’api formano una sorta di pellicola protettiva, in grado di impedire l’eccessiva perdita d’acqua dalla cute. Inoltre, la cera viene largamente impiegata nella preparazione di lipogeli, stick per labbra, emulsioni e unguenti, addirittura anche per assemblare tavoli da biliardo nonché in campo alimentare, infatti viene utilizzata per rivestire i formaggi ed anche quale additivo alimentare (agente lucidante E901).

La cera d’api per la finitura dei pavimenti in legno

Bisogna riconoscere che i pavimenti in legno trattati con la cera d’api, si possono considerare più simili ai primi e veri parquet e la naturalezza che il trattamento lascia è sicuramente incomparabile. Del resto questo aspetto dipende anche dalla diversa porosità del legno medesimo,ma il prodotto a base cera lascia sempre una elevata capacità di traspirazione originaria. Questo perché non possiamo parlare di reticolazione del prodotto, questo processo con la cera non sussiste, appena il prodotto è steso e ultimato nella propria lavorazione che richiede diverse mani di stesura perché il legno, a causa della propria porosità naturale, assorbe velocemente la cera. Altro aspetto importante, non è in grado di assolvere alla funzione idrorepellente, la cera lascia in pratica la superficie del legno aperta, quindi qualunque liquido possa cadere sopra dovrà essere tamponato immediatamente altrimenti si rischia, nel tempo, di avere un pavimento pieno di macchie. Pertanto, come già esplicato per i prodotti a base d’olio, si comprende come rispetto alle vernici, non si abbia assolutamente alcun spessore di film sulla superficie del legno, il tutto penetra all’interno delle fibre senza però consentire al pavimento di avere quella caratteristica di resistere all’assorbimento di liquidi, ma solo la traspirabilità.

Procedimento per la manutenzione

Per procedere alla pulizia di questi pavimenti trattati a cera, bisogna utilizzare i prodotti di manutenzione nel le modalità indicate da ogni Casa fornitrice. Non bisogna assolutamente mai ricorrere a lavaggi con strofinacci anche se solo inumiditi perché questa azione comporterebbe direttamente l’asportazione della cera con le ovvie conseguenze estetiche e pratiche. I pavimenti a cera si mantengono passando un panno per asportare la polvere, o direttamente l’aspirapolvere e stendere poi della cera soprattutto il primo anno di vita della pavimentazione, agendo poi con una lucidatrice per distribuire il velo di cera e nel contempo lucidare la superficie lignea. Niente altro! Si tenga conto, come per i prodotti a base olio, che un pavimento in legno trattato a cera d’api è assolutamente più reattivo in termini di tempo, alle variazioni ambientali delle condizioni di temperatura e, soprattutto, di umidità relativa. Oltre a ciò anche la manutenzione è più delicata, mi riferisco in particolare a quei lavori ultimati ma lasciati senza protezione alcuna, dove per varie ragioni, altre lavorazioni vengono eseguite nell’immobile e quindi si lascia che il pavimento sia un po’ in balia delle maestranze. Un pavimento trattato a cera, può danneggiarsi se lasciato sporcare e non si interviene nell’immediatezza. Un’altra azione da non farsi, nel caso di pavimento trattato a cera, è quella di cercare di pulirlo con stracci e alcool. Questa, come già anticipato nelle precedenti puntate, è un’azione sconsiderata da non farsi mai perché si rovina il proprio pavimento in quanto si asporta la cera e si creano i presupposti per danneggiare la superficie lignea.

Le proprietà della finitura a cera d’api

I pavimenti trattati con le cere, non sono da comparare con la lucentezza dei pavimenti verniciati, sono naturali non potranno mai avere una lucidità tale da riflettere, tuttavia lasciano la superficie del legno molto naturale e morbida aspetto che qualsiasi altro prodotto non potrà mai apportare. Altri vantaggi per i pavimenti in legno trattati a cera sono da individuarsi nel fatto di avere una eccellente resistenza al calpestio, in effetti non si deambula su di una pellicola che sia pure nel tempo si consuma lasciando affiorare quelle antiestetiche zone annerite, ma direttamente sul legno. L’azione di ripristino della superficie dei pavimenti cerati, può essere fatto in tutta tranquillità proprio dal proprietario stesso azione che non comporta alcun problema purché sia fatto nell’immediatezza dell’uso e si seguano le indicazioni scritte con le modalità tecniche di manutenzione che il venditore ha sicuramente fornito. Si ricorda anche un altro aspetto ovvero sul pavimento in legno cerato, trattato idoneamente e mantenuto correttamente, è molto difficile scivolare, questo a differenza di una superficie vetrificata così come sul pavimento oliato non si osservano tutte le impronte di scarpe ovvero rigature; purché la procedura di manutenzione ordinaria sia sempre quella corretta. Contrariamente a quanto si può pensare, non è stendendo molta cera che si aumenta la protezione del proprio pavimento anzi se ne stendiamo molta, non solo si pregiudica l’aspetto estetico del pavimento, ma si creano le situazioni di pericolo quale rendere la superficie scivolosa e ingestibile dal punto di vista della pulizia. In questo caso, bisogna rimuovere meccanicamente tutta la cera in eccesso e ripetere l’operazione. Altro aspetto importante è che le superfici dei pavimenti in legno, trattate a cera, come per gli oli, non presentano problemi di cariche elettrostatiche che solitamente possono manifestarsi, in condizioni particolari, su pavimenti trattati a vernice. In ultimo, l’aspetto salute ovvero le cere non emettono sostanze nocive durante l’applicazione e tanto meno dopo l’ultimazione dei lavori, abbiamo visto quale sia la composizione di una cera d’api solitamente.

I vantaggi della finitura con cera d’api

I vantaggi che sussistono in presenza di un pavimento finito con cera d’api sono: la naturalità del proprio pavimento, l’assenza di sostanze volatili nocive e il rispetto della salute umana. La pulizia e manutenzione dei pavimenti cerati, richiede oggi come nei secoli passati, notevole impiego di tempo e costanza, è questo uno dei punti di svantaggio di questa tipologia di finiture che ha certamente contribuito a far sì che cadesse quasi in disuso nel corso degli anni. È chiaro che a oggi gli olii e le vernici all’acqua, escludendo quelle al solvente, siano le due tipologie di trattamento che vanno per la maggiore con tutte le loro varianti, soprattutto per la manutenzione giornaliera o periodica. I tempi cambiano e dedicarsi alla cura del proprio pavimento, diventa sempre più difficile e impensabile dedicare ore del proprio tempo alla stesura e lucidatura di cere. Ultimamente però vi sono diversi prodotti sul mercato che portano la dicitura di cera pur essendo in pratica delle vernici, si cerca attraverso formulazioni chimiche di far coesistere prodotti cerosi che possano lasciare la superficie del legno traspirante e naturale, pur mantenendo capacità di pulizia alquanto agevolate. Un mix di chimica che non sempre è perfetto, ma che lascia ben sperare per il futuro.

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