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Aumento costo materiali, grave il settore legno

Renza Altoè Garbelotto: "Alcune aziende del settore stanno già programmando la cassa integrazione per ottobre"

Dopo quello del Presidente Feltrin, di Federlegno Arredo, anche Renza Altoè Garbelotto, Presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo, Cosigliera di Assindustria Venetocentro e Amministratrice delegata del Parchettificio Garbelotto, lancia l’allarme per le aziende del mondo del pavimento in legno che più di di tutti forse sta subendo i colpi del caro energia e l’aumento dei costi delle materie prime, non dimenticando poi l’instabilità politica. “Il caro energia – riferisce Altoè – sta impattando in modo pesante sulla programmazione economica e sugli investimenti futuri: alcune aziende del settore stanno già programmando la cassa integrazione per ottobre, mentre l’inflazione e l’incertezza stanno svuotando gli showroom, facendo presagire una crisi del settore edilizio”.

Prodotti economici e senza certificazione

Come specifica la Presidente Garbelotto, il problema si intensifica nella pavimentazione in legno a causa della concorrenza di molte aziende che non producono in Italia, ma importano dall’estero, non dovendo quindi far fronte ai costi di produzione. Ciò implica anche il commercio di prodotti economici e addirittura non certificati. “Queste imprese – prosegue la presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo – non hanno dovuto affrontare tutti i rincari, al contrario delle aziende che hanno gli stabilimenti produttivi in Italia e che continuano a difendere il Made in Italy. Il risultato è l’apertura del mercato nazionale a prodotti economici e senza certificazioni e origini certe. A questo riguardo si riscontra una carenza anche di legno certificato FSC che proviene per la maggior parte da Russia e Bielorussia e il cui approvvigionamento al momento risulta bloccato per motivi legati alle sanzioni”.

Inflazione e incertezza

L’instabilità politica unita alle lungaggini burocratiche non fanno che aumentare il senso di incertezza; ci si trova di fronte a uno Stato che non coglie i reali problemi delle aziende. “Le aziende – sottolinea Altoè – oggi devono rispettare contratti con forniture a prezzi fissi e non modificabili siglati mesi fa in uno scenario completamente diverso e a dover produrre i pavimenti senza sapere a quanto ammonteranno le perdite. Noi ad esempio abbiamo importanti commesse firmate in aprile che stiamo mettendo adesso in produzione con costi di energia e materie prime aumentate, ma non sappiamo ancora stimare di quanto, a causa dei mercati impazziti e dell’instabilità politica”. “Lo Stato – conclude la Garbelotto – non risponde con sufficiente velocità ai cambiamenti degli scenari economico-politici e spesso non solo abbandona gli imprenditori, ma ostacola le iniziative dei singoli”. Come quella del Parchettificio Garbelotto che nello stabilimento di Cappella Maggiore in provincia di Treviso ha ampliato l’impianto fotovoltaico, l’iniziativa green dell’impresa che purtroppo non può essere utilizzata (permettendo così di produrre 80.000 Kw/h al mese), perché da aprile 2022 manca ancora il “regolamento d’esercizio” che fissa le regole per la gestione dell’energia in eccesso che viene immessa nella rete di Terna. “La richiesta – fa sapere l’imprenditrice – è stata avanzata il 15 aprile e ancora non abbiamo avuto una risposta. Così facendo abbiamo letteralmente buttato 400.000 Kw/h o forse di più, visto l’estate soleggiata di quest’anno”.

 

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