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Dal fallimento al Workers Buyout: la nuova vita di Gazzotti 18

A pochi giorni dall’inaugurazione, la nuova società cooperativa che ha salvato il marchio storico di parquet guarda al futuro

Lo storico marchio di parquet bolognese Gazzotti – nato nel lontano 1910 – rivive grazie al coraggio di 18 ex dipendenti che sono riusciti a rilevare l’azienda alla fine dell’anno scorso, rimettendosi in gioco come imprenditori nella nuova Gazzotti 18 Società Cooperativa. 

L’asta pubblica per l’aggiudicazione della proprietà del marchio e degli impianti produttivi di Trebbo di Reno (BO) – un caso esemplare di workers buyout, come si definisce in inglese l’operazione di acquisto di un’azienda da parte dei dipendenti dell’azienda stessa, tipicamente in seguito a un fallimento – è avvenuta lo scorso 25 ottobre, e da novembre è ripartita la produzione a pieno ritmo. Lo scorso 9 marzo c’è stato il taglio del nastro ufficiale.

Nella definizione del piano di impresa e per trovare le risorse finanziarie necessarie i 18 soci hanno beneficiato del supporto di Legacoop Bologna e Legacoop Industria e Servizi. La scelta di rilevare l’azienda è nata da un “gruppo storico” dei lavoratori di Gazzotti non appena è stato chiaro che sarebbe stato impossibile evitare il fallimento, con l’aggravarsi della crisi iniziata alla fine del primo decennio del Duemila.

“Tutto questo ovviamente non è stato facile, è stato un percorso sofferto”, racconta il presidente della società Andrea Signoretti, in una video-intervista realizzata recentemente da Legacoop Nazionale su Facebook. “Adesso però è cominciata una nuova strada che si avvale di un marchio storico per il mercato italiano, ancora con una buona reputazione in termini di qualità, affidabilità e capacità di innovazione. È rimasto il cuore tecnico, amministrativo e commerciale dell’azienda, ma si tratta di ricostruirla con presupposti diversi: più piccola, più vicina al mercato e alle esigenze dei propri clienti.”

La maggior parte dei 18 soci proviene da una lunga storia in azienda. Come Giovanni Alberoni, ex dipendente e ora consigliere d’amministrazione, oltre che responsabile verniciature, in Gazzotti da 34 anni.

La Gazzotti è la mia vita. Ci sentiamo come una famiglia, viviamo il lavoro e anche delle bellissime giornate al di fuori del lavoro. Crediamo molto in questo progetto perché sappiamo di avere la capacità di andare avanti e di crescere sempre di più.

“Credo che il merito di queste iniziative – non solo la nostra, perché ce ne sono tante altre – sia proprio il recupero di un aspetto umano e professionale nel contesto del lavoro, in una situazione generale dove si tende sempre di più a spersonalizzare il lavoro di tutti,” conclude Signoretti.

E in effetti i dati di Legacoop parlano di oltre 350 aziende salvate in Italia grazie alla pratica del workers buyout, per oltre 15 mila posti di lavoro. Come ha sottolineato Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna, in occasione dell’inaugurazione di Gazzotti 18, il workers buyout può essere insomma “un modello per il superamento delle crisi, ma anche per le difficoltà di passaggio generazionali o comunque di situazioni in cui l’apporto dei lavoratori – non solo come competenze – ma anche come investimenti può garantire la continuità aziendale.”

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