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Come saranno le fiere nell’era post-Covid?

Presentata oggi in videoconferenza, la prossima edizione di Cersaie – programmata dal 9 al 13 novembre – punta a fare da apripista per rilanciare il settore

L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto decisivo sul settore fieristico, cancellando tutte le manifestazioni in programma da marzo a tutto il periodo estivo. E anche sul prossimo autunno le incognite non sono poche, a seconda di come si svilupperà la curva epidemica nelle prossime settimane. Per questo è una scommessa straordinaria quella di Cersaie 2020, in programma dal 9 al 13 novembre a Bologna Fiere, dopo un rinvio “cautelativo” di 42 giorni rispetto alle date originarie. O, come l’ha definito il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini durante la conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta questa mattina via Zoom, si tratta di “un segno di grande volontà e fiducia nel futuro.”

L’evento sarà un’occasione per rilanciare un settore strategico, che dà lavoro a circa 20 mila dipendenti e, solo per il comparto piastrelle, ha generato nel 2019 un fatturato di 5,4 miliardi. “Ci troviamo, come settore e come Paese, di fronte a un calo del Pil drammatico e mai come adesso è necessario darci da fare per recuperare. Siamo convinti che il rilancio dell’edilizia sia la strada principale che il governo deve perseguire e, in questo contesto, la ceramica è il materiale adatto per realizzare l’edilizia del futuro: più sostenibile e più salubre”, riassume il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani.

Stefano Bonaccini durante la conferenza stampa

Nel mondo post-Covid ci sarà bisogno di spazi più grandi, per permettere di mantenere il distanziamento sociale, e di superfici facili da sanificare con frequenza: per questo il comparto della ceramica può essere protagonista del rilancio del settore edilizio nel suo complesso, per contribuire a trovare un nuovo equilibrio, un modo per adattarsi alla convivenza con il virus, almeno finché non sarà possibile debellarlo completamente.

Ma come sarà organizzata l’esposizione? Per rispettare le misure di sicurezza anti-contagio – nella speranza, comunque, che nei prossimi mesi la situazione migliori – saranno adottati tutti gli accorgimenti necessari per evitare assembramenti e contatti ravvicinati. Come spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere, “sarà un cantiere per mettere alla prova le nuove disposizioni”. Tutto il quartiere sarà igienizzato giornalmente fino all’apertura, sarà possibile accedere solo con mascherina e previa misurazione della temperatura corporea, da una control room sarà possibile vigilare per individuare immediatamente eventuali assembramenti. Saranno presi tutti gli accorgimenti possibili per evitare soste, pianificando gli ingressi e sfruttando un sistema di prenotazione online per gli eventi.

Secondo i calcoli degli organizzatori sulla capienza dei padiglioni (incluso il nuovo padiglione 37), mantenendo 4 metri quadri di spazio per visitatore sarebbe possibile la presenza in contemporanea di oltre 38 mila persone, un numero superiore alla capacità di un giorno normale pre-Covid. Quindi il rispetto delle misure di distanziamento non dovrebbe pregiudicare la riuscita della manifestazione.

Per le adesioni formali alla fiera il termine è stato prolungato fino al 1° luglio, e le date della manifestazione saranno confermate definitivamente entro il 15 luglio. Ci saranno moltissime categorie merceologiche complementari: dalle cucine all’outdoor, dall’area wellness all’illuminotecnica, dai software di progettazione alle finiture d’arredo.

Insomma, conclude Savorani, “sarà il momento per dimostrare la differenza tra il made in Italy e gli altri, e per far capire al mondo che l’Italia è stata la prima a subire il problema, ma è anche la prima che ne sta uscendo.”

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