“Stop incentivi per chi usa legno pregiato per produrre energia”
Questo il monito del Vicepresidente di Federlegno, Paolo Fantoni, che si unisce alla presa di posizione della comunità scientifica per tutelare l’ambiente e il mercato
Un gruppo di 500 scienziati ha redatto un documento per chiedere di porre fine a una politica di sussidi e incentivi verso quelle centrali a biomasse che disboscando minano la biodiversità. Il documento è stato poi trasmesso ai principali leader mondiali tra i quali Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti.
La notizia è stata così commentata dal Vicepresidente di Federlegno, Paolo Fantoni: “Da anni la nostra Federazione è impegnata affinché si smetta di utilizzare legno pregiato per produrre energia, sottraendolo a più nobili impieghi e la presa di posizione da parte della comunità scientifica, non fa altro che confermare la bontà del nostro percorso, il cui obiettivo è porre fine a una distorsione che ha ricadute negative sia in termini economici che ambientali”.
Stime di Federlegno sulla sostenibilità della filiera
Secondo le stime di Federlegno, l’Italia è stato il primo Paese che si è reso virtuoso nella capacità di riutilizzare il legno di scarto, tanto che oggi il 97% della produzione nazionale di pannello truciolare è fatta al 100% con pannello di riciclo. Nonostante il comparto industriale abbia intrapreso una strada sostenibile, per non vanificare gli sforzi del settore la politica dovrebbe mettere al centro della sua agenda la sostenibilità ed evitare di incentivare chi invece la mina sostiene in ultimo Fantoni, che aggiunge: “Bruciare biomassa legnosa di origine forestale per produrre energia su grande scala ha pesanti ricadute sull’ambiente e sul mantenimento della biodiversità. Inoltre, porta a una paradossale carenza di materia prima, impattando sull’intera industria del legno, mobile incluso. L’Europa sta mettendo al centro delle sue politiche proprio la sostenibilità e non riteniamo sia coerente sostenere chi invece la mina, a differenza del nostro comparto che ha proprio nella sostenibilità, nell’uso certificato del legname e nel suo riciclo punti di forza incontrovertibili”.