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Borsa del legno, un progetto per valorizzare il legno italiano

La proposta presentata ai soci di Assolegno la scorsa primavera sarà ultimata entro gennaio 2022 e permetterà il rilancio dell'economia forestale nostrana

Negli ultimi mesi l’industria italiana del legno arredo ha dovuto fare i conti con la penuria di materie prime che sta colpendo la maggior parte dei paesi nella ripresa post Covid-19. Per questa ragione Assolegno ha rilanciato la proposta, già presentata la primavera scorsa, di creare una Borsa Italiana del legno: una piattaforma digitale dove far incontrare domanda e offerta. Il progetto presentato più nel dettaglio giovedì scorso alle circa 500 aziende associate ad Assolegno sarà operativo da gennaio e – come spiegato sulle pagine del Sole 24 Ore dal Presidente di Assolegno Angelo Luigi Marchetti – vuole essere un progetto che parte dalla valorizzazione dei boschi per arrivare al fine vita del legno, in un’ottica di economia circolare.

“Il progetto Borsa Italiana del legno che ci vede protagonisti di uno stretto dialogo con il ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Uncem e Unioncamere – anticipa Angelo Luigi Marchetti – è una piattaforma digitale per avvicinare non solo domanda e offerta degli assortimenti a base legno realizzati attraverso la selvicoltura del territorio, ma anche un luogo virtuale in cui far dialogare settore industriale e mondo della ricerca. Qui un proprietario forestale, come una segheria troverà uno spazio in cui inserire i propri prodotti avvicinando i diversi anelli della filiera, incentivando la costituzione di un grande cluster nazionale che possa abbracciare foresta, legno e comparto edile. L’Italia non può più permettersi di non valorizzare il 33% del suo territorio forestale e la Borsa italiana del legno può rappresentare una risposta in tal senso”.

Ripartire dal patrimonio boschivo italiano

Secondo Assolegno, infatti, l’Italia non è affatto un paese povero di materia prima legnosa anzi negli ultimi 70 anni la superficie boschiva italiana è triplicata, passando da 5,6 milioni di ettari a oltre 11 milioni e copre il 38% della superficie nazionale, eppure, il nostro Paese importa l’80% del legname usato dall’industria per la sua trasformazione.

Il vero problema è legato alla lavorazione della materia prima infatti secondo Assolegno bisognerebbe cercare di ricostituire una filiera della lavorazione del legno che nel tempo è andata perduta per poter lavorare il legno nostrano e ridurre la dipendenza del settore dalle importazioni estere.

La pandemia può essere l’occasione storica secondo Angelo Marchetti per il rilancio e lo sviluppo di un’economia forestale che in Italia manca da troppo tempo e che la penuria di materie prime ha reso solamente più urgente.

 

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