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Aumento del 30 % sugli imballaggi in legno

Da settembre 2020 Assoimballaggi-FederlegnoArredo ha registrato un’impennata dei prezzi che ha causato ritardi nella fornitura ai clienti

Negli ultimi mesi il mercato degli imballaggi in legno ha visto un aumento dei prezzi del 30%, e il trend viene confermato dai dati del Centro Ricerche Imballaggi in Legno (CRIL) anche per i primi mesi del 2021. Come viene riportato da un articolo di Giovanna Mancini su IlSole24Ore del 28 febbraio il problema che ha causato l’aumento vertiginoso dei prezzi è legato alla penuria di materia prima causata dall’emergenza sanitaria. Il rischio è quello di non riuscire nei prossimi mesi a rifornire le imprese con imballaggi in legno e pallet necessari al trasferimento della maggior parte delle merci, dall’alimentare ai medicinali, fino ai prodotti industriali e di una maggiorazione eccessiva dei prezzi per rientrare dei costi che graveranno da prima sulle imprese e poi sugli acquirenti. La preoccupazione nel settore è grande, come sostiene Ezio Daniele, Presidente di Assoimballaggi-FederlegnoArredo: “non ho mai visto una situazione del genere. Anche in passato è accaduto che i prezzi del legno aumentassero, ma non con questa rapidità e comunque i flussi delle forniture sono sempre stati regolari”.

Principali cause all’origine dell’aumento dei prezzi

Il settore della produzione di pallet e altri imballaggi in legno è molto importante in Italia in quanto rifornisce circa 1.500 imprese da 13 mila dipendenti diretti. La maggior parte della logistica diretta all’industria nazionale è dipendente da questo comparto tanto che anche nel corso del primo lockdown questo settore non si è mai fermato. Ora nonostante un aumento della domanda, in particolare nel Nord-Est del Paese, il rischio è quello di non potervi far fronte penalizzando l’intero comparto che negli ultimi anni stava vivendo anche una svolta green: infatti il 65% dei prodotti è frutto di materiale riciclato. Ma questo settore in Italia è fortemente condizionato dall’importazione della materia prima. I principali fornitori sono Austria, Germania e Francia, ma proprio su questi mercati, a seguito della pandemia, si è generato un forte squilibrio tra domanda e offerta, che ha influenzato negativamente l’andamento dei prezzi. Il motivo di questo squilibrio viene spiegato bene da Massimiliano Bedogna, Coordinatore del Gruppo Pallet all’interno di Assoimballaggi: “La causa principale è la forte richiesta da parte di compratori nordamericani e cinesi, disponibili a pagare valori più alti”.

Aumentare la materia prima Made in Italy

L’intero settore è fortemente dipendente dal costo della materia prima che incide per il 70% sul prodotto finale, quindi l’aumento dei prezzi potrebbe diventare proibitivo per alcune imprese come emerge dalla testimonianza di Livia Ghilardi, Amministratrice di Monari Pallets nel mantovano: “Purtroppo gli aumenti sono così repentini, che non riusciamo a trasferirli sui clienti, quindi per alcuni periodi ci troveremo a lavorare sotto costo”. Le alternative a questa contrazione economica possono essere solo due: aprirsi alla fornitura su nuovi mercati europei che, tuttavia, richiederebbe dei tempi troppo lunghi; oppure investire nella creazione di una filiera del legno tutta italiana che possa attingere dalla numerosa disponibilità boschiva del Paese. “Come federazione stiamo lavorando per riattivare una filiera italiana dei boschi – spiega Bedogna – ma anche questo non è qualcosa che possa accadere nel breve termine”.

La speranza è che l’approvvigionamento di materia prima possa regolarizzarsi nei prossimi mesi. In proposito Ezio Daniele afferma: “Penso che i valori abbiano raggiunto il loro apice e spero che con la primavera la situazione possa tornare alla normalità, soprattutto per quanto riguarda i flussi delle forniture. Ma la preoccupazione delle nostre imprese è forte”.

FONTE: IlSole24Ore

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