Attualità

Decreto Semplificazioni approvato dal CdM

In materia di Superbonus il decreto affronta i problemi dell’eccesso di adempimenti burocratici che sinora ha bloccato soprattutto i condomini

Venerdì 28 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge Semplificazioni recante la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure.

Per favorire l’efficientamento energetico degli edifici, questo decreto-legge semplifica le procedure per l’accesso al Superbonus 110% introdotto dal Decreto Rilancio, estendendo l’accesso al superbonus agli interventi volti alla rimozione delle barriere architettoniche e alle case di cura, agli ospedali, poliambulatori, caserme, collegi e convitti, cioè agli immobili nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4.

Il Superbonus nel decreto semplificazioni

È saltata invece l’estensione del Superbonus agli alberghi e pensioni, ossia agli immobili che rientrano nella categoria catastale D/2. La misura di semplificazione in materia di superbonus affronta i problemi dell’eccesso di adempimenti burocratici, aggravati dalla situazione di lockdown, che sinora hanno frenato l’accesso alla misura soprattutto da parte dei condomini. A fine aprile erano state presentate appena 12 745 domande (di cui solo il 10 per condomini e il restante 90 per edifici unifamiliari e unità immobiliari autonome).

Al pari delle altre agevolazioni (come il bonus facciate), non sarà più necessaria l’attestazione di stato legittimo e gli interventi previsti per l’efficientamento energetico potranno essere realizzati con una Cila, Comunicazione di inizio lavori asseverata. In questo modo si accelerano gli interventi di efficientamento energetico e antisismico e si eliminano le lunghe attese per accedere alla documentazione degli archivi edilizi dei Comuni 3 mesi in media per ogni immobile oggetto di verifica). L’eliminazione dell’attestazione di stato legittimo comporta inoltre un risparmio di spesa per adempimenti burocratici stimabile in 110 milioni di euro (da reinvestire in spesa produttiva, ossia in progettazione e realizzazione degli interventi).

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