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Incendio Milano: pannelli in materiale plastico infiammabile

La conferma è arrivata dal laboratorio analisi del nucleo investigativo antincendi dei Vigili del Fuoco delle Capannelle a Roma

La “vela” che ricopriva la facciata della Torre dei Moro di via Antonini era fatta di “materiale plastico altamente infiammabile”: lo confermano i risultati delle prime analisi condotte dal nucleo investigativo antincendio su mandato della procura di Milano. Il composto isolante, collocato tra due sottili lastre di alluminio, non ha resistito al contatto con le fiamme e ha portato alla fusione dei materiali nell’arco di meno di dieci minuti. 

Non si tratta quindi di Alucobond, come era stato detto dall’amministratore del condominio, prima della smentita arrivata dall’azienda produttrice. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nel capitolato e nel progetto si parla di materiali “simili” agli Alucobond — ma che evidentemente non avevano i requisiti di resistenza al fuoco degli originali. 

Cappotto o rivestimento esterno?

Di che materiale si trattasse esattamente, è ancora da chiarire: secondo i tecnici che hanno eseguito i rilievi, al tatto si presenta con uno strato spugnoso, con una consistenza simile al neoprene. Un materiale leggero, scelto probabilmente per non appesantire la struttura. A breve si attende la relazione completa dei Vigili del Fuoco, che dovrebbe fugare ogni dubbio sulla composizione dei pannelli. Gli inquirenti dovranno poi verificare se ci sia una rispondenza tra il materiale utilizzato e quanto dichiarato nella pratica edilizia presentata in Comune.

Dal canto suo, la Saint-Gobain Italia ha chiarito che i propri pannelli in lana di vetro a marchio Isover sono stati utilizzati per il sistema a cappotto della Torre: un materiale classificato come incombustibile e non infiammabile, in classe A2-s1,d0 di reazione al fuoco, utilizzato per il cappotto termico della facciata principale ai fini dell’isolamento, e diverso quindi dai pannelli del rivestimento aggiuntivo esterno, installato successivamente per finalità estetiche.

Ancora incerte le cause del rogo

Ancora nessun passo avanti, invece, nelle indagini sulla causa effettiva dell’incendio: il proprietario dell’appartamento al quindicesimo piano da cui si sono sprigionate le fiamme, in vacanza in Sicilia, non sarebbe stato ancora rintracciato. Proseguono intanto le operazioni di recupero degli effetti personali degli sfollati, ed è possibile fare un primo bilancio dei danni alle abitazioni: su 60 appartamenti, 14 sarebbero andati completamente distrutti, 20 hanno subito “danni notevoli”, 24 sono ancora in buone condizioni.

Luraschi: “Prevenire eventi come questo è possibile”

Secondo il Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, docente del Politecnico di Milano ed esperto di progettazione antincendio, Ing. Davide Luraschi, le conoscenze tecniche di oggi – diverse da quelle di dieci anni fa, quando la Torre dei Moro è stata ultimata – permettono di prevenire incendi così disastrosi, a patto però che i progettisti e i costruttori si attengano alla buona regola dell’arte e alle indicazioni contenute nel Testo Unico del 2019. Anche se è bene sottolineare, ricorda Luraschi, che “il rischio zero non esiste”.

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