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Incendio a Milano, si indaga per disastro colposo

16 piani in fiamme, le operazioni dei Vigili del Fuoco sono continuate fine a tarda notte

Impressionanti le immagini che girano ormai da ore, quelle che vedono le fiamme propagarsi per 16 piani, 60 metri di altezza della Torre dei Mori a Milano, in via Antonini, in zona Vigentino. Ancora le cause sono sconosciute, ma si indaga per disastro colposo a carico di ignoti. 70 famiglie sfollate dal Grattacielo: stamattina resta l’immagine spettrale dell’edificio, un tempo bianco e scintillante — a ricordare, anche nella forma, lo scafo di una nave – completamente annerito e consumato dal fuoco. I Vigili del Fuoco hanno escluso il rischio di crolli: “Non è stata intaccata la struttura portante, si è bruciato il rivestimento”. Per precauzione, comunque, sono stati fatti evacuare anche gli abitanti dei palazzi circostanti. Tra questi anche il noto cantante Marco Castoldi, in arte Morgan, che ha filmato l’accaduto in diretta.

Una storia ricollegabile al disastro della Grenfell Tower di Londra del 2017, in cui persero la vita anche due italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi.

L’unica cosa certa è che l’incendio si è propagato da uno dei piani più alti della torre (il 15esimo) e si è rapidamente esteso a tutta la facciata del palazzo, mettendone a nudo la struttura, come dimostrano i video girati dai Vigili del Fuoco di Milano. Nell’incendio di via Antonini, fortunatamente, nessuno si è fatto male in modo grave: all’interno del palazzo erano presenti circa 30 abitanti, che sono riusciti a lasciare in tempo la struttura. In 20 sono stati lievemente intossicati dal fumo, ma nessuno ha avuto bisogno di cure ospedaliere.

Rivestimento inappropriato?

Il grattacielo ha bruciato come una torcia: probabilmente i pannelli di rivestimento — che, secondo il resoconto di alcuni giornali, erano in polistirene — hanno favorito la propagazione delle fiamme. “Ci avevano detto che i pannelli che ricoprivano il palazzo erano ignifughi, invece si sono sciolti come burro. Ricordo perfettamente, ci avevano assicurato che i pannelli fossero resistenti al fuoco,” ha raccontato uno dei residenti.

L’indagine della procura si concentrerà sicuramente sul materiale del rivestimento. Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di Milano, interpellato dal Corriere della Sera, ha spiegato che utilizzare materiale combustibile per le facciate “è inappropriato e non si concilia con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco previsti dal Ministero dell’Interno per gli edifici civili”. Purtroppo, però, le linee guida dei Vigili del Fuoco hanno soltanto valore di raccomandazione. “È però auspicabile che, anche alla luce di questo caso milanese, si acceleri il passaggio a un livello obbligatorio”, aggiunge Lucchini.

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