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Posa in opera dei pavimenti per uso esterno

Dopo anni di studio e grazie alla proficua attività del Gruppo di lavoro GL5 “Legno non strutturale” della Commissione Legno dell’UNI è stata emessa la norma uni 11538-2 che disciplina la posa in opera in qualità delle pavimentazioni di legno per esterno

Terrazze, passarelle, attraversamenti, sentieri, gazebo, giardini pensili, ma anche bordi di piscine, parchi, aree giochi e divertimento sono solo alcuni dei luoghi all’esterno ideali per realizzare uno spazio elegante, pieno di fascino e in armonia con la natura circostante e, il legno, sotto forma di “parquet per esterno”, certamente è una delle soluzioni ideali che contribuisce a valorizzare questi spazi trasformandoli in raffinati luoghi di svago o di riposo. Ma, se la valutazione dell’eleganza e del fascino sono e rimarranno soggettive, la durabilità, la resistenza alle termiti e funghi, la durezza, la stabilità, l’aspetto estetico e la tecnica di posa in opera non sono più criteri soggettivi di valutazione, perché ora sono identificabili, misurabili e verificabili sia grazie ai requisiti stabiliti dalla norma tecnica volontaria UNI 11538-1: “Pavimentazioni di legno per esterni – Parte 1: Elementi di legno – Requisiti” emessa nel settembre 2014 sia a quelli inseriti nella recentissima norma UNI 11538-2 avente titolo: “Pavimentazioni di legno per esterni – Parte 2: Requisiti degli elementi di appoggio e di fissaggio e modalità di posa in opera delle pavimentazioni” entrata a far parte del corpus normativo dallo scorso 6 settembre 2018. Da questa data, i requisiti degli elementi d’appoggio, di fissaggio e le tecniche di posa che stabiliscono la qualità dell’opera non sono più qualcosa di lasciato al libero arbitrio, ma devono rispettare chiare e univoche regole, criteri e specifiche.
La nuovissima norma, frutto del gruppo di lavoro GL5 “Legno non strutturale” appartenente alla Commissione Legno dell’ente di unificazione nazionale UNI composto da esperti di associazioni di categoria, ricercatori di laboratori prova, esponenti della produzione e installazione, è acquistabile sia in qualsiasi punto UNI dislocato sul territorio italiano sia via web (www.uni.com). La norma è specificatamente dedicata alle caratteristiche riguardanti i criteri di posa in opera per la realizzazione delle pavimentazioni di legno per esterno che, prima dell’entrata in vigore del nuovo documento, erano trattati in modo più che generico e imprevedibile con valutazioni molto soggettive.

Contenuto della norma
Tra gli scopi che la norma si prefigge c’è la definizione dei tipi, le proprietà degli elementi di appoggio per le pavimentazioni di legno esterne posate con fissaggio meccanico o a incastro, le tecniche per gli elementi di fissaggio e quelle per la posa in opera delle pavimentazioni per impiego permanente all’esterno. Altre precisazioni analizzate riguardano le specifiche da applicarsi per gli elementi di appoggio di legno, compresi quelli con durabilità indotta (per esempio mediante impregnazione, trattamento superficiale, ecc.), metallo, plastica e altri materiali. La norma precisa che le indicazioni riportate non sono valide per gli elementi di appoggio di legno modificato e/o trattato termicamente o chimicamente e per gli aspetti strutturali, per i quali rimanda alle norme della serie UNI EN 1995, alla legislazione vigente e all’idonea e necessaria progettazione prima di realizzare la pavimentazione lignea da esterno. Il capitolo si chiude precisando che i dettami della norma non sono applicabili per la posa degli elementi di rivestimento per pavimentazioni realizzate con incollaggio o direttamente sul terreno, così come non è da utilizzare per i controlli successivi e valutazioni dopo la posa in opera e neppure per gli elementi speciali posati, per esempio i moduli a griglia come quelli utilizzati per i bordi piscina. La norma rimanda inoltre ad altri documenti normativi da consultare per la completa applicazione di quanto stabilito nel documento normativo.
TERMINI E DIFINIZIONI
Il capitolo richiama termini e definizioni riportati nella norma UNI 11538‐1 e termina con le corrette definizioni relative a: “elementi d’appoggio”, “elementi di fissaggio”, “elementi intermedi o distanziatori” e “supporto”.
SUPPORTO
Questo capitolo si dedica alla descrizione delle caratteristiche che il supporto deve garantire considerando il deflusso delle acque meteoriche, i sistemi di drenaggio per impedire il ristagno e come comportarsi nel caso in cui il supporto è realizzato con materiali igroscopici come quelli a base cementizia. Non è tralasciata l’importanza dell’impermeabilizzazione del supporto per preservare l’integrità e funzionalità dell’intero sistema di pavimentazione
e si spiega in dettaglio come questa deve essere su supporti privi di acqua libera e di come intervenire se si è alla presenza di acqua di ristagno.

ELEMENTI INTERMEDI O DISTANZIATORI
Il capitolo è dedicato agli elementi intermedi o distanziatori e chiarisce come sono costituiti e come si stabilisce la quota definita della pavimentazione per compensare eventuali dislivelli e pendenze al fine di ottenere una superficie calpestabile planare. Si descrivono le proprietà che questi accessori devono soddisfare (per esempio, resistere agli agenti atmosferici, alle temperature di esercizio cui è soggetta la pavimentazione, alle sollecitazioni meccaniche previste in sede progettuale, ai prodotti impiegati in fase di manutenzione, pulizia, ecc.) e si chiarisce se gli elementi ad altezza fissa o regolabile possono essere impiegati per la posa diretta di qualsiasi tipologia di elemento d’appoggio di legno e su qualsiasi tipologia di supporto, anche con l’impermeabilizzazione a vista. L’ultima parte è dedicata alla planarità ispezionabilità e manutenzione della pavimentazione senza demolizione dell’eventuale impermeabilizzazione.

ELEMENTI DI APPOGGIO
Il sesto capitolo è imperniato nell’approfondimento degli elementi d’appoggio per la pavimentazione lignea esterna costituita da elementi lineari di legno (travetti, morali, ecc.), metallo (alluminio, acciaio, ecc.), plastica, materiali compositi o altri materiali posati su supporto di calcestruzzo, legno o metallo, disposti a orditura semplice o doppia. Il testo normativo precisa come gli elementi di appoggio lineari siano fissati con opportuni sistemi agli elementi di rivestimento della pavimentazione e chiarisce come gli elementi di appoggio possano essere direttamente integrati negli elementi di rivestimento. Tra le altre utili informazioni, in queste righe si chiarisce anche come calcolare il dimensionamento in fase di progettazione considerando i carichi e la destinazione d’uso previsti per la pavimentazione, come la scelta dei materiali deve garantire durabilità e che le caratteristiche non devono compromettere le prestazioni meccaniche, la destinazione d’uso e l’impiego della pavimentazione.
Altre utili indicazioni si riferiscono alla classe di utilizzo del supporto se è a diretto contatto con il terreno, alla densità che il legno deve possedere e perché attenersi alle prescrizioni fornite dai produttori. In merito all’umidità si scrive che deve essere 15% ± 4% stimata con igrometro elettrico secondo il metodo stabilito dalla norma UNI EN 13183-2., oppure secondo la norma UNI EN 13183-1 se vi è in corso un contenzioso e, nel caso in cui l’elemento d’appoggio sia di un materiale composito legno-plastica (WPC), si ribadisce la loro conformità a quanto indicato nelle norme della serie UNI EN 15534.

Fissaggio elementi intermedi/distanziatori ed elementi di appoggio
Seppure breve, il capitolo è importante perché stabilisce come si deve eseguire il fissaggio in relazione al tipo di supporto stesso e alla eventuale presenza di un strato impermeabilizzante. Un esempio. Se c’è lo stato d’impermeabilizzazione, è bene che il fissaggio non sia di tipo meccanico per evitare la foratura dello strato impermeabilizzante; invece, nei casi in cui sia possibile prevedere il fissaggio meccanico, questo potrà avvenire in altri modi, per esempio con tasselli (per supporto di calcestruzzo), viti, chiodi o bulloni (per supporto di legno). Il capitolo termina con l’indicazione per il fissaggio degli elementi di appoggio agli elementi intermedi o distanziatori per i quali è da prevedere che siano effettuati con sistemi meccanici o chimici.

Elementi di fissaggio della pavimentazione
L’ottavo capitolo si suddivide in due parti: le specifiche tecniche per le viti da utilizzare e le clip e sistemi a incastro meccanico da utilizzare per le connessioni degli elementi da posa. A riguardo delle viti, si spiega quali utilizzare (per esempio, quelle del tipo autoforanti con vario tipo di testa a secondo della necessità: piana, svasata o bombata), che esse devono essere d’acciaio inossidabile o di materiale equivalente e, soprattutto, possedere alta resistenza alla corrosione (livello 5) secondo quanto stabilisce la UNI EN 1670:2007. Si specifica l’importanza del modo in cui la vite deve essere infissa nell’elemento e, per tale motivo, nell’appendice B si riportano alcuni esempi della corretta infissione delle viti in relazione al profilo, allo spessore dell’elemento di rivestimento della pavimentazione e dell’elemento di appoggio lineare di legno. E, ancora, la norma indica che nel caso di utilizzo di elementi d’appoggio di metallo, si dovrà fare riferimento alle istruzioni del fabbricante, considerando l’aspetto progettuale della pavimentazione e l’importanza della compatibilità tra materiale della vite e il materiale dell’elemento di appoggio. Interessante e utile appare anche il paragrafo che analizza le proprietà e i modi d’utilizzo delle clip, ossia dell’elemento sagomato con due o più alette da avvitare all’elemento di appoggio con viti.

Posa degli elementi di rivestimento della pavimantazione
Il capitolo 9 è il cuore della norma perché descrive e analizza sia i modi per le verifiche preliminari da eseguire prima della posa in opera, sia le diverse tecniche di posa da adottare per il sistema con viti a vista fissate su elementi di appoggio lineari di legno o altri materiali , per quello con clip fissate su elementi di appoggio lineari di legno o altri materiali, per quello realizzato con moduli pre‐assemblati e per il sistema che prevede la posa su elementi di appoggio lineari di materiali diversi dal legno. Tra le verifiche preliminari, la norma si concentra sull’importanza delle prescrizioni del progetto e l’esecuzione delle verifiche per quota, ortogonalità, planarità, pendenza del supporto; punti di deflusso delle acque meteoriche in funzione del supporto e geometria di posa degli elementi di rivestimento della pavimentazione, senza tralasciare che la superficie su cui installare la pavimentazione di legno debba essere solida, stabile, priva di irregolarità e pulita. Altre utili indicazioni prescritte sono in merito alle verifiche per il massetto se cementizio (ad esempio quota, planarità, compattezza, resistenza alla scalfittura superficiale, resistenza meccanica, pulizia, ecc.) e le verifiche per capire se il massetto è adeguatamente impermeabilizzato e protetto sui bordi per evitare ristagni di umidità che, soprattutto nella stagione invernale potrebbero causare degrado del massetto. Con puntualità e completezza, la norma analizza tutte le tipologie (quattro) dei sistemi di posa in opera precisando che, a prescindere del sistema utilizzato, nel caso in cui gli elementi di rivestimento di legno non siano stari trattati, si dovrà prevedere un trattamento protettivo sulle teste degli elementi allo scopo di contenere l’insorgere di fessurazioni. Sempre per lo stesso motivo, la norma precisa con dovizia il perché eseguire il taglio trasversale di tali elementi e perché procedere con il trattamento protettivo delle nuove teste anche per le altre facce degli elementi, in particolare per quella a vista.
TRATTAMENTO DI FINITURA
Il penultimo capitolo si occupa della finitura della pavimentazione. Si chiarisce perché l’eventuale trattamento di finitura superficiale serva a migliorare l’aspetto estetico della pavimentazione e si specifica che le indicazioni da rispettare per eseguire l’applicazione e la frequenza di rinnovo sono quelle indicate e fornite dal fabbricante di tali prodotti. Il capitolo termina con la nota riservata al naturale fenomeno del viraggio di colore della pavimentazione.
STOCCAGGIO
La Norma si chiude con il capitolo riservato alla tecnica di stoccaggio del materiale utilizzato per la posa in opera. In sintesi, si indica come eseguire lo stoccaggio dei materiali e dei prodotti prima della posa riproponendo perché è bene che il deposito sia effettuato in ambienti riparati e non a contatto diretto con il terreno, in modo tale da non comprometterne le caratteristiche.

Appendici alla norma
A corredo della norma ci sono due utilissime appendici:

  • Appendice A
    Qui sono riportati esempi dell’interasse tra elementi lineari di appoggio in specifiche condizioni di carico e le caratteristiche generali delle specie legnose più utilizzate per gli elementi di rivestimento. Nel prospetto A.1 si fa riferimento al sistema di posa mediante viti a vista e riporta le specie legnose di comune utilizzo con caratteristiche meccaniche riscontrabili in bibliografia tecnica e normativa, mentre nel prospetto A.2 si riportano a titolo informativo le caratteristiche generali delle specie legnose di comune utilizzo per gli elementi di rivestimento per la pavimentazione esterna. Utile è anche l’indicazione concernente, il caso di elementi di rivestimento di legnami di cui non sono note le caratteristiche meccaniche o presentino caratteristiche minori di quelle indicate nel prospetto A.1, si dovrà prevedere con interassi minori a seguito di un opportuno dimensionamento in sede progettuale.
  • Appendice B
    I disegni evidenziano i modi corretti per l’infissione delle viti negli elementi ai fini di garantire la sicurezza della pedonabilità per la pavimentazione.

Conclusioni

Dal 6 settembre la qualità delle pavimentazioni a base di legno per esterno non ha più segreti. Molte operatività da eseguire sono chiare e alla portata di tutti per progettare e realizzare qualsiasi tipo pavimento di legno per terrazzi, giardini, parchi, piscine e altri tipi di spazi esterni. Il lavoro svolto nel tempo dal gruppo di lavoro GL5 “Legno non strutturale” della Commissione Legno dell’ente nazionale di normazione UNI è stato lungo, a volte complesso e ha visto il diretto coinvolgimento di federazioni, produttori, installatori, ricercatori, tecnici e l’apporto della rivista Professional Parquet. Impegno e lavoro che è scaturito nell’emissione di un documento normativo che in tutta l’Europa non ha eguali (solo in Francia c’è qualcosa di simile) e che sicuramente sarà per il comparto europeo delle pavimentazioni di legno per esterno un utile punto di riferimento sia per la qualità dell’opera sia per lo studio della futura norma comunitaria europea. Seppure siano migliorabili, le norme UNI 11538-1 e la più che recente UNI 11538-2, costituiscono una vera propria guida per chi, a vario titolo, è interessato alle pavimentazioni di legno per uso esterno e, d’ora in poi, non ci dovrebbero essere più dubbi su cosa prevedere per la progettazione e di come intervenire per realizzare un decking di qualità, così come non ci dovrebbero essere più dubbi in merito alle proprietà e caratteristiche che le specie legnose devono possedere per essere ritenute idonee e quali modi mettere in atto per realizzare qualsiasi tipo di pavimentazione lignea esterna.

Nota
L’autore precisa che il testo e quanto riportato nei prospetti che lo corredano è un sunto di quanto stabilisce la norma e che la garanzia dei testi, dati e valori e quant’altro inerente alla norma è data solo dalla consultazione della norma tecnica originale edita dall’ente italiano di normazione UNI.

Nota
L’autore precisa che il testo e quanto riportato nei prospetti che lo corredano è un sunto di quanto stabilisce la norma e che la garanzia dei testi, dati e valori e quant’altro inerente alla norma è data solo dalla consultazione della norma tecnica originale edita dall’ente italiano di normazione UNI.

Schema n°1: Sintesi sistema con clip fissate su elementi di appoggio lineari di legno o altri materiali

Il sistema di posa mediante clip deve considerare:
– la tipologia di specie legnosa degli elementi di rivestimento della pavimentazione;
– le dimensioni, il profilo e la lavorazione di tali elementi;
– le caratteristiche della clip stessa.
Esistono diverse tipologie di clip in commercio, ciascuna con caratteristiche specifiche in relazione alla tipologia di elemento a disposizione, alla sezione dell’incastro, alla dimensione della fuga determinata con essa, ecc… Tutte le sezioni corte degli elementi di legno di rivestimento della pavimentazione si devono adagiare sugli elementi di appoggio e devono avere almeno una clip per ogni lato. Nel caso di elementi di appoggio di legno, la larghezza di tali elementi deve essere tale per cui il fissaggio della clip avvenga a una distanza di almeno 8 mm dall’interasse del foro di fissaggio al bordo dell’elemento di appoggio stesso. Lo spessore inoltre deve essere opportunamente valutato in funzione della lunghezza della vite affinché non si presentino fuoriuscite della vite stessa in fase di fissaggio. Infine, per migliorare la stabilità della pavimentazione e la distribuzione delle tensioni, è consigliabile prevedere in fase progettuale elementi di rivestimento dotati di profilo maschio-femmina sulle teste.

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