Gatti e parquet, binomio possibile?
La marcatura urinaria da parte di animali domestici, come i gatti, rappresenta un problema per la durata e la bellezza delle pavimentazioni in legno. L’analisi di un caso e le possibili soluzioni
di Mauro Errico
Tempo fa mi è capitato di essere chiamato a visionare una pavimentazione di legno, di recente fattura, perché la signora lamentava strane macchie e, a suo dire, vi erano certamente sospetti sulla qualità del materiale che gli era stato venduto e posto in opera. Si trattava di una pavimentazione in Rovere stratificata, con una superficie ultimata a vernice protettiva, posizionata con metodo flottante su dei piani di posa già esistenti con un disegno cosiddetto a tolda di nave. Per quanto riguarda la posa in opera, già a prima vista, non si denotavano problematiche evidenti; anche il battiscopa, sempre in Rovere del tipo impiallacciato, era stato posizionato direi più che bene.
Unico punto anomalo, la presenza di evidenti macchie di tonalità scura su doghe situate in svariati punti della superficie pavimentata, diciamo a macchia di leopardo, tanto per dare un’idea. Anche il battiscopa impiallacciato in Rovere, che rifiniva la parte perimetrale della pavimentazione in opera, presentava, in alcune parti, degli aloni scuri e in qualche punto era addirittura quasi totalmente annerito. Si osservava come le macchie presenti su alcune doghe che costituiscono il pavimento in opera avessero una conformazione irregolare e fossero principalmente presenti in corrispondenza del lato longitudinale interessando comunque anche più di una doga attigua.
La pavimentazione costituita da plance in Rovere stratificate, come anticipato, era stata posta in opera con sistema flottante, ovvero posizionata su apposito materassino idoneo anche per supporti riscaldati, dato che nel piano di posa era presente un impianto radiante. Le doghe che costituivano il pavimento avevano un incastro a secco (click), sistema che ne consente la posa in opera senza ricorrere all’utilizzo di alcuna tipologia di adesivo; questo particolare poteva già farci escludere alcune anomale reazioni di natura chimica e comunque l’intera superficie lignea non presentava assolutamente alcuna deformazione dimensionale. Questa situazione poteva suggerire anche l’esclusione di una qualche incidenza di umidità in eccesso, che avesse potuto influire sulla stabilità dimensionale del legno.
Nessuna documentazione tecnica a riguardo dei materiali impiegati nel contesto in disamina era comunque a disposizione e questo perché come avviene spesso, parecchi si dimenticano di fornire la scheda prodotto, tecnica o quant’altro possa indicare non solo che tipologia di materiali siano stati forniti ma anche le procedure di lavoro e i rispettivi prodotti impiegati. Le macchie, come anticipato, presentavano una dislocazione causale nella superficie lignea ed erano anche in evoluzione ovvero aumentavano in termini di numero e di ordine di grandezza, come la proprietaria confermava con precisa e assoluta convinzione. La pavimentazione in legno era in opera da circa dodici mesi, mentre l’appartamento era regolarmente abitato dalla proprietà e dai rispettivi amici a quattro zampe da soli sette mesi circa.
Rilievi, esami e risultati
La problematica delle macchie si era manifestata in maniera progressiva da pochi mesi: anche in alcune parti del battiscopa ho riscontrato queste macchie tanto da oscurare quasi del tutto alcune liste del battiscopa medesimo. Ho eseguito alcuni rilievi strumentali, con apparecchio a induzione, che hanno permesso di accertare come sussisteva una differenza del contenuto di umidità nel legno medesimo facendo una comparazione fra la zona con la macchia e quella immediatamente adiacente. In pratica le zone macchiate avevano un contenuto di umidità piuttosto elevato, a differenza di punti immediatamente attigui sempre nella medesima doga; un segno inequivocabile che eravamo in presenza di punti o zone umide ma facenti parte di una medesima doga, evidente la contraddizione.
Dopo avere preso conoscenza della tempistica dell’esecuzione dei lavori, nonché dei prodotti impiegati e preso atto che all’interno dell’abitazione sussistevano in apparente convivenza pacifica ben otto gattini di razze diverse, ho deciso di condurre alcuni rilievi per mezzo di microscopio dotato di luce UV LED da 365 nm, posizionandolo immediatamente sopra una zona con macchia e nella immediata vicinanza. Successivamente ho condotto un rilievo, sempre con il medesimo microscopio a lampada UV LED, su alcuni pezzi del battiscopa con la medesima metodica, posizionando prima la luce su una parte macchiata e poi nell’immediatezza in zona pulita. Ho poi asportato un campione di battiscopa, per sottoporlo a un controllo del Ph. Il campione era stato prelevato da zona in angolo vicino alla cucina, che si trova nell’ampio soggiorno. L’esame di laboratorio, inerente il Ph rilevato nella piccola porzione di battiscopa, indicava una acidità elevata con valori che si attestavano fra 5 e 5,5; la disamina era stata condotta su di un campione di battiscopa per non alterare la superficie del pavimento in legno in opera ma si sarebbe potuta fare anche su porzioni del parquet.
Considerazioni
Sulla scorta di quanto esaminato, si è accertato che l’origine delle anomale macchie con una conformazione irregolare e distribuite in maniera casuale in varie parti della superficie del pavimento stratificato e in alcuni parti del battiscopa fossero attribuibili a minzioni di urina da parte di animali da compagnia, presenti all’interno dell’abitazione. Nello specifico, è molto probabile che siano stati proprio i gatti i maggiori responsabili dell’origine delle varie macchie, la cui emersione è da attribuire a una reazione chimica in particolare dell’ammoniaca (oltre ai vari acidi) presente nel liquido urinale dell’animale, con la specie legnosa (Rovere Spp) che costituisce lo strato nobile delle doghe. Detta reazione induce nella specie legnosa l’evidenza del tannino, ovvero l’acido tannico contenuto naturalmente nella specie legnosa. Non essendo presenti altre sostanze di natura chimica, utilizzate in fase di posa in opera, si è ritenuto di escludere altre interazioni particolari con l’urina; inoltre la presenza di “umidità” nelle parti annerite e la mancanza di deformazioni dimensionali nelle medesime doghe (effetto questo che si avrebbe in caso di assorbimento di umidità in eccesso da parte del legno con conseguente aumento di volume) hanno fatto propendere per una “bagnatura occasionale dall’esterno” della doga interessata dal fenomeno. Il liquido attraversa in pratica l’apertura laterale che sussiste fra doga e doga che, anche se dotata di incastro a secco, non è del tutto sigillata. Per quanto si attiene alla medesima anomalia di annerimento presente in alcune porzioni del battiscopa, è plausibile affermare che alcune porzioni di battiscopa siano state interessate da immissioni di urina. Il fatto che comunque il battiscopa si presentasse molto annerito, può essere direttamente correlato al basso spessore dello strato nobile di Rovere (impiallacciatura) che velocizza l’evidenza della reazione tannica. Tenuto conto della quantità di punti interessati dall’affioramento di zone annerite, sia nelle doghe sia nel battiscopa e del numero di gatti da compagnia presenti nell’abitazione, è possibile ritenere che si trattasse di “marcatura urinaria” da non associare all’eliminazione inappropriata da parte dell’animale.
Analisi del problema
Questo fenomeno si manifesta quando il gatto emette l’urina allo scopo di lasciare un messaggio olfattivo, visivo e feromonale, rivolto ad altri gatti oppure ad animali che appartengono ad altre specie (infatti, sia pure casualmente, all’interno dell’abitazione sovvengono periodicamente anche dei cani di piccola taglia). La marcatura urinaria è caratterizzata dall’emissione di uno spot di urina su di un supporto verticale (vedi battiscopa). Ricordiamo che i gatti possono marcare con l’urina quando percepiscono una minaccia al loro territorio, per esempio se viene introdotto in casa un nuovo gatto o se all’esterno ci sono altri gatti nelle vicinanze; anche l’odore di mobili o tappeti nuovi possono indurre il gatto a marcare. Le mie conclusioni non sono state propriamente accettate di primo grado dalla proprietà, convinta che le macchie fossero la conseguenza di una anomalia o difetto del materiale fornitogli. Si sono però ricreduti quando ho potuto fargli notare come in alcuni punti della superficie le macchie presenti e di determinate dimensioni, cambiassero la loro dimensione nel giro di qualche giorno.
Possibili soluzioni
Alla signora è stato consigliata la sostituzione delle doghe di pavimento danneggiate e del battiscopa. L’urina è principalmente acida (ammoniaca) e brucia qualsiasi finitura di protezione se permane a lungo. Occorre utilizzare vernici professionali di alta qualità, che offrono un’ottima copertura e resistenza agli agenti chimici: quindi è consigliabile proteggere gli spazi dove abitualmente l’animale fa la pipì o dove si ciba ma anche pulire zampe sporche e/o asciugare i cani al rientro in casa e seguire i consigli per pulizia e manutenzione delle superfici.