Saper arredare con il parquet
Un biglietto da visita dal quale si può comprendere il carattere del proprietario e la capacità di chi vi ha lavorato
Di Mauro Errico
Fin dai tempi dei nostri avi, pavimentare con il parquet l’interno di un’abitazione, specialmente in determinati contesti come ville e appartamenti di pregio, era certamente un valore aggiunto oltre che una distinzione di appartenenza a una determinata categoria di ceto.
Non tutti, anzi pochissimi, potevano permettersi delle eccellenti pavimentazioni in parquet, le quali per lo più erano generalmente costituite da specie legnose di pregio poste in opera con intarsi o disegni geometrici. Nel decorso inevitabile del tempo, con l’avvento poi della industrializzazione, anche le pavimentazioni in legno hanno raggiunto qualsiasi abitazione, andando a rivestire più che altro quelle superfici di camere e/o luoghi di soggiorno del nucleo familiare, con elementi prima di dimensioni contenute e poi con l’introduzione degli stratificati anche dimensioni notevoli.
Ogni luogo è diverso naturalmente e richiede una particolare attenzione per tutti i dettagli, ancora di più se il cliente richiede particolari rifiniture o, meglio ancora, è l’architetto che progetta sostanzialmente la pavimentazione, come nel contesto esaminato in questo articolo.
Il progetto
L’azienda che ha eseguito i lavori e di cui parliamo, Legnotech Firenze di Scarlatella Francesco, ha origini ben radicate nel tessuto artigianale locale prendendo vita ed evolvendosi dal capostipite – il maestro Gerardo Scarlatella – che da oltre 40 anni esegue lavori di prestigio sul territorio nazionale.
La pavimentazione in legno, che si può considerare benissimo come il principale arredo posto all’interno del pregevole immobile che si trova nelle colline fiorentine, sottoposto a una interessante e importante opera di ristrutturazione, è stato concepito dalla sapiente mente dell’arch. Pablo Bruno, un professionista di origine argentina, con la collaborazione e assistenza tecnica di Francesco Scarlatella.
Il materiale ligneo impiegato per creare questa armonia di colori e disegni è costituito da elementi lignei stratificati assemblati secondo il progetto personalizzato proprio dall’arch. Pablo Bruno il quale, utilizzando varie specie legnose quali Rovere, Noce Americano, Teak e Acero, ha creato una sinfonia di contrasti molto gradevoli e, se si vuole, anche confortevoli alla vista. Il materiale è stato preparato e predisposto, seguendo ovviamente i disegni dell’arch. Pablo Bruno, presso una nota industria con sede a San Miniato (PI) il Parchettificio Toscano S.r.l., azienda leader nella produzione di pavimenti a disegno.
La pavimentazione in legno, suddivisa per i vari locali interessati, ha ricoperto in pratica quasi l’intera superficie calpestabile dell’immobile, compresa una gradevole scala che si sviluppa su per i piani dell’immobile, con una conformazione a chiocciola.
Al piano di sbarco, con una conformazione tonda, vi è un disegno a intarsio che richiama sempre il motivo floreale, con fasce perimetrali ben definite da listelli di colore diverso dal corpo centrale; tutti i gradini sono stati rivestiti sempre in legno di Rovere e, come si può osservare in alcuni supporti fotografici, l’effetto visivo dall’alto è assolutamente unico sottolineando l’eccelenza delle rifiniture e delle lavorazioni eseguite dalle maestranze del team Legnotech Firenze..
Fasi di lavorazione
Per quanto si attiene alle fasi di installazione, ovvero di assemblaggio delle varie tipologie di pavimentazione, ha richiesto tutta l’esperienza manuale degli operatori esecutivi dell’intera opera.
L’azienda fiorentina, la Legnotech Firenze s.r.l. in collaborazione con Francesco Scarlatella per le rifiniture, hanno insieme espresso un eccellente livello di professionalità tecnica.
La pavimentazione in legno ha richiesto varie fasi di pre-assemblaggio, al fine di verificare l’esattezza di quanto risultante dai disegni predisposti dall’arch. Pablo Bruno, dopo di che iniziava la vera e propria fase di incollaggio al piano di posa.
Il piano di posa era costituito da un massetto cementizio, di nuova costituzione, ottimamente preparato e, chiaramente, verificato dall’azienda esecutrice dell’opera secondo tutte le indicazioni di norma. L’incollaggio della pavimentazione, oltre che la costruzione diciamo del rivestimento della scala, è stato portato avanti utilizzando dell’adesivo sintetico bicomponente prodotto e fornito da MAPEI. L’assemblaggio delle varie parti di pavimento, dove era prevista la presenza di fasce di rigiro con doppio bindello in sovra colore, con agli angoli delicati disegni a intarsio che richiamavano un motivo floreale, sono stati tutti eseguiti con la massima cura non solo dei dettagli ma anche e soprattutto con la verifica, centimetro dopo centimetro, delle misure perimetrali.
Tutti i campi centrali sono stati invece posati sempre con elementi di Rovere e disegno a spina reale o italiana andando quindi a chiudere con estrema precisione contro le fasce perimetrali, ove presenti. Questa operazione certosina ha fatto sì che le varie differenze di misure perimetrali venissero ridotte in pratica quasi a zero o, addirittura, eliminate; come si vede dai supporti fotografici tutto è tornato con la massima precisione.
La cura e attenzione alle misure, ha dato maggiore risalto a particolari quali la stanza del camino dove lo stesso è stato incastonato al centro del disegno con motivo floreale che richiama quello presente nella pietra serena portante dello stesso camino.
In particolare, il piano di sbarco della scala a chiocciola, un unico grande tondo a disegno assemblato pezzo per pezzo, rappresenta un’altra fase molto delicata dell’intero lavoro di posa in opera. La porzione di pavimento tondo con disegno di natura geometrica, posizionata nel vano di sbarco della scala, assemblata a pezzi ha richiesto anche la massima cura con pesi al fine di non avere la benché minima incertezza sulla completa planarità dei manufatti lignei a contatto con il piano di posa.
Una procedura di installazione che ha richiesto notevole tempo di esecuzione, al limite dell’esasperazione tecnica, ma certamente ottimale dal punto di vista del risultato; come si osserva un perfetto ottagono i cui lati di contatto coincidono perfettamente con le otto colonne che sostengono gli altrettanti archi che circondano la parte di accesso alla scala. Lo sbarco della scala porta al salone del camino dove è anche posizionata la cucina open space, una bellissima e gradevole zona dove il tempo non trascorre mai.
La finitura protettiva superficiale dell’intera pavimentazione e anche della scala come da indicazione di Francesco Scarlatella ha richiesto una ricerca sul mercato per confrontare le varie tipologie di finiture naturali, al fine di andare incontro quanto più possibile alle richieste del progettista arch. Pablo Bruno e garantire lo splendido risultato finale ottenuto.
La pavimentazione, una volta ultimata (ricordiamo che è stata fornita e posta in opera allo stato grezzo) doveva ovviamente subire un ciclo di prelevigatura e pulizia, quindi ricevere un trattamento che doveva essere protettivo, ma allo stesso tempo lasciare quanto più naturale possibile la percezione dell’intero manufatto ligneo. Dopo varie prove e preparazione di campioni, l’azienda fiorentina Legnotech Firenze, in accordo con la direzione dell’architetto, ha optato per una finitura monocomponente oleouretanica. L’effetto finale è quello assimilabile a un olio-cera, anche se il prodotto impiegato ovvero l’Oil Wood Traffik della Chimiver S.p.A. è sostanzialmente una vernice modificata monocomponente, pronta all’uso.
Dai risultati ottenuti, si evidenzia come il prodotto impiegato abbia trasmesso alla pavimentazione in legno quell’aspetto caldo e morbido allo stesso tempo, come desiderato dalla committenza. Alle caratteristiche intrinseche del prodotto di finitura, si aggiunga anche una notevole facilità di manutenzione ordinaria nel tempo, che non dispiace mai a chi vive poi il pavimento tutti i giorni.
Il lavoro realizzato comunque lo si può definire non ordinario, fuori da quegli schemi ai quali oggigiorno siamo quasi abituati, come pavimenti con plance sempre a correre ad esempio; non ci sono termini per definire la realizzazione di quest’opera nata dalla fantasia di un architetto che ha immaginato fin dall’inizio come si poteva presentare il tutto, insieme sobrio ed elegante.
Una realizzazione che ha richiesto comunque una preparazione tecnica e un’esperienza nel settore, che soltanto in pochi possono vantare, qui rappresentata si può dire da un’azienda a chilometro zero, il quanto unito all’impiego dei migliori prodotti del settore.
Un pavimento in legno è il primo arredo che entra in un’abitazione ed è il biglietto da visita dal quale si può comprendere il carattere del proprietario e la capacità di chi vi abbia lavorato.
Le fotografie parlano da sole…
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