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Importanza delle parole

Importanza delle parole

A chiusura, o meglio a completamento, delle riflessioni sulla normazione tecnica pubblicate sui numeri precedenti di Professional Parquet (si vedano i numeri 1/2014 e 2/2014), è bene soffermarsi sulla terminologia tecnica. Anzi, per essere precisi, sulla necessità di un’adeguata conoscenza e di un corretto uso della terminologia tecnica, non solo da parte di consulenti e professionisti, ma anche (e con non minore importanza e utilità) da parte degli operatori tutti del settore. Da parte cioè di coloro che operano professionalmente, con competenza e serietà (secondo quanto già più volte sottolineato anche attraverso queste stesse pagine), ancorché a diverso titolo: per intenderci, a partire dal produttore e a finire al posatore, passando per il distributore. Con esclusione dunque di coloro che, invece, s’improvvisano operatori o che intervengono solo occasionalmente nei processi produttivi o commerciali del settore. Per costoro non è neppure corretto parlare di operatori. Orbene, limitandoci agli operatori professionali, va subito detto che per costoro la terminologia tecnica deve essere e non può che essere pane quotidiano. Anche perché motivo di rappresentazione e veicolo di presentazione della propria professionalità e perché è l’unica arma per non venir coinvolti o per non indurre in equivoco o in confusione o fraintendimento.

Il significato e il senso della terminologia tecnica

Innanzitutto va chiarito il significato e il senso della terminologia tecnica. In termini generali, essa è la disciplina che studia parole, termini, concetti, denominazioni particolari e il loro uso in un contesto specifico quale quello tecnico. In termini più immediati e più pratici, essa si concretizza nell’insieme di parole, termini, concetti, denominazioni che, proprio per il loro uso in un settore tecnico particolare, ne costituiscono il linguaggio specialistico proprio. La terminologia tecnica inevitabilmente attinge da un linguaggio tecnico scientifico, da un linguaggio, cioè, che fa uso di termini ben precisi, ai quali si attribuisce un significato definito, quasi sempre strettamente legato a un più ampio concetto o ambito tecnico.
Anche storicamente la terminologia tecnica ha mostrato la sua particolare natura in quanto destinata a identificare oggetti, ambiti e ipotesi di una scienza e ad attribuir loro una particolare e ben precisa denominazione. La sua diffusione, di pari passo con l’evoluzione di tecnica e scienza, ha poi portato verso una vera e propria forma di linguaggio quale mezzo di comunicazione all’interno di questo o quel settore o campo tecnico e/o scientifico e quale strumento operativo per un agire concreto univoco. La terminologia specialistica e unica è dunque garanzia di precisione del significato dei contenuti.
Questo linguaggio particolare ha ormai da tempo avuto sia il riconoscimento della linguistica più accreditata (non solo quella nazionale rappresentata dall’Accademia della Crusca) sia, per gli aspetti più rigorosamente tecnici, il riconoscimento della normazione tecnica, ovvero il riconoscimento da parte degli enti di normazione nazionali e internazionali, in quanto rivolto ad agevolare e favorire comunicazione e diffusione di dati, informazioni, conoscenze, regole, procedure, metodi, comportamenti, e via di seguito in ambiti specifici, anche internazionali, quali quelli tecnici.
La normazione tecnica terminologica, infatti, nata per fornire termini con valenza unificata e non equivoca, è ormai così estesa e diffusa da costituire un vero e proprio linguaggio particolare tecnico, coinvolgendo un frasario di definizioni ed espressioni piuttosto che termini e nomi. Per quanto non sia il caso del comparto dei pavimenti di legno, in linea generale non è neppure escluso che, talvolta, al linguaggio tecnico sia stato acquisito un frasario d’uso ampiamente diffuso e invalso come linguaggio comune in quel settore. Anche se non effettivamente riconosciuto come tale sotto il profilo tecnico-scientifico, ciò non toglie che si tratti pur sempre, in questo caso, di linguaggio tecnico, connotativo del settore o dell’ambito cui si riferisce, proprio in virtù della sua acquisizione maturata per prassi, benché non originato o determinato dalla particolarità tecnica con cui lo si applica in quel campo.

Una terminologia impropria genera solo confusione

Su tali premesse, dunque, la terminologia tecnica si presenta come composta di parole (termini, definizioni, locuzioni), dense di significato tecnico e, come tali, dotate di una forza incisiva nella sua trasmissione. Ciò fa sì che, di contro, l’uso di una terminologia impropria, approssimata, vaga e incerta, di per se stessa non potrà condurre mai al medesimo significato comunicativo. Anzi, costituirà anche motivo d’indeterminatezza e incertezza del contesto tecnico in cui la si usa. L’approssimazione e l’incertezza di chi così comunica (male) non lascia indenne chi, anche solo indirettamente, è chiamato ad averne a che fare: il comunicare con terminologia scorretta porta a far perdere l’aderenza delle parole e dei concetti alle cose, sicché l’incertezza di quel comunicare inevitabilmente o induce o subisce equivoco e confusione.
Come tutte le cose, infatti, anche la terminologia deve fare i conti con la qualità di certe parole. E tale qualità in campo tecnico si può manifestare e cogliere solo con la particolarità e peculiarità di ciò che esse riescono a significare e di come vengono impiegate. E più si scende in ambiti tecnici particolari e più questa qualità non può mancare, ma deve sempre essere evidenziata e messa in risalto.
La corretta scelta dei termini e delle definizioni e, dunque, la proprietà e l’adeguatezza della terminologia costituisce la condizione necessaria per gli operatori del settore. Solo così il proprio pensiero apparirà chiaro, coerente e tale da far valere la propria forza ed efficacia all’interno di quel particolare ambito tecnico in cui si interviene e solo così la comunicazione potrà mantenersi lontana da equivoci o generare confusione.

Il linguaggio nel comparto del legno

Senza andare tanto lontano e per stare sul concreto, è sufficiente soffermarsi al comparto del settore legno con la debita attenzione alla relativa normazione tecnica, a maggior ragione alla luce delle considerazioni svolte nei due precedenti numeri. Anche solo un sommario richiamo alla più recente normazione UNI relativa alle pavimentazioni di legno rivela subito come in tale contesto vi siano prodotti, categorie, ipotesi particolari che non possono trovare rappresentazione corretta attraverso il linguaggio comune o la terminologia e il frasario corrente.
Ecco, allora, perché, sempre per stare nell’ambito tecnico di diretto riferimento, prima ancora di scendere nell’analisi del contenuto delle prescrizioni o delle indicazioni di una norma tecnica, è bene soffermarsi a fondo sia sulle voci riportate sotto il titolo limiti e campo di applicazione, sia sulle voci riportate sotto il titolo termini e definizioni, di cui sono sempre caratterizzate le più recenti norme tecniche. E così, pure, ecco perchè occorre soffermarsi e prestare attenzione alle norme tecniche emesse con riguardo alla terminologia di un determinato settore. Nel nostro caso, ad esempio, la UNI EN 13756 relativa alla terminologia per le pavimentazioni di legno.
Allo stesso modo e per le stesse ragioni, è bene anteporre sempre a qualsivoglia riflessione sul contenuto di disposizioni legislative la giusta attenzione alle voci riportate sotto il titolo definizioni, ormai sempre presente all’interno della più recente produzione legislativa europea. Si tratta di definizioni che vogliono fissare per ciascuna norma o legge la corretta lettura e il corretto significato da attribuire a termini ed espressioni, a locuzioni e frasi, in quel contesto utilizzate e in quei limiti considerate.
E che sia necessario così soffermarsi preliminarmente su queste voci non per eccesso di scrupolo o pedanteria, ma per necessità tecnica, lo si rinviene, in particolare per ciò che ci riguarda (comparto legno), attraverso quella produzione legislativa europea rivolta proprio alla normazione tecnica, al fine di attribuire un preciso, unico e univoco significato alle parole, alle definizioni, alle espressioni, tutte, tecniche che in quell’ambito si andranno ad utilizzare.
Si pensi, per esempio, al regolamento sulla normazione tecnica europea già richiamata nei due precedenti numeri (Reg. UE n. 1025/12) o alla Decisione (n. 768/08) del Parlamento europeo e del Consiglio rivolta alla definizione di un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti. Si pensi anche alla terminologia espressamente precisata nel CPR n. 305/2011 (Prodotti da Costruzione) e a tutto ciò che consegue alla definizione dei vari prodotti di legno o a base di legno richiamata dal Reg. UE n. 995/2010 in tema di Due Diligence.
Nel primo caso, dato che riguarda il ruolo, le funzioni e l’importanza della normazione tecnica per il mercato e per la stessa società civile, è bene evidente la distinzione concettuale e terminologica delle varie categorie di norme, oltre che del preciso contenuto ed ambito da riferire alla specifica tecnica. Nella secondo, invece, è ben evidente la finalizzazione di questa stessa distinzione anche agli effetti dell’armonizzazione tecnica europea. Come dire che senza unicità e univocità di linguaggio tecnico non si può proprio parlare di armonizzazione tecnica europea: definizioni, terminologia, frasario, competenze e profili professionali assumono e mantengono un preciso contenuto ed una precisa connotazione se ben individuati e ben distinti. Nel terzo e nel quarto documento, infine, troviamo integralmente ripresi dagli altri documenti europei, e in particolare dai precedenti due documenti, termini, definizioni e competenze dei diversi profili professionali coinvolti.

Conclusione

Ebbene, se è comprensibile che possa destare preoccupazione anche solo l’idea che tutto questo finisca col coinvolgere piccoli imprenditori e artigiani come i posatori di pavimenti di legno, non è comprensibile che possa invece destare preoccupazione in un operatore.
Così come non è comprensibile né accettabile che chi si voglia fregiare di tale veste e ruolo nemmeno si preoccupi di cimentarsi verso questa inevitabile relazione tra ambito tecnico, normazione tecnica e terminologia tecnica. A maggior ragione quando risulta inevitabile ricondurre quell’ambito tecnico ad una normazione tecnica ben precisa. La chiusura di questa riflessione non può, dunque, che stare negli esatti termini di ciò che ne ha dato origine: la normazione tecnica si completa e si integra nella terminologia tecnica ed in relazione a entrambe, insieme, si devono collocare ruolo e funzione di qualsivoglia operatore del settore, anche se questi non possa definirsi rigorosamente tecnico.
Normazione e terminologia tecnica, infatti, si integrano a vicenda in complementarità e a voler correttamente ragionare dell’una non si può fare a meno di ragionare anche dell’altra.

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