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Filiera Legno-Arredo: il 2021 chiude a + 14,1% sul 2019

A dirlo sono i dati del preconsuntivo del Centro Studi di FederlegnoArredo. Ma Feltrin avverte: "Caro materie prime, energia e crisi russa minano la ripresa"

È un +14,1 il numero che fotografa lo stato di salute della filiera del legno-arredo nel 2021 rispetto al 2019, con un fatturato alla produzione di oltre 49 miliardi di euro, contro i 43 del 2019. Positivo anche l’export della filiera. A dirlo sono i Preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo. Dati che, dopo la flessione del 2020, certificano il superamento dei livelli pre-covid del settore ma, il caro energia, la penuria di materie prime, i costi della logistica e dei trasporti rischiano di invertire il trend, già dai primi mesi del 2022. E i venti di guerra che soffiano dalla Russia non potranno far altro che aggravare una situazione che già cominciava a dare qualche segnale di malessere, non solo sul fronte dell’export ma anche per l’approvvigionamento di materia prima legnosa.

“Passare dal -9,1% del 2020 sul 2019, al +25,7% del 2021 sul 2020 per arrivare al risultato a doppia cifra del 2021 è indubbiamente un traguardo prestigioso. Nonostante ciò – commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – ora prevale lo stato di criticità e di forte incertezza dovuto alla situazione congiunturale dei primi mesi del 2022. Siamo di fronte a un mix che rischia davvero di mettere il freno a mano alla ripresa del settore e dobbiamo saper mantenere la crescita ai livelli del 2021, confidando che, quanto prima, torni il sereno.

I settori della filiera più colpiti dalla crisi

Le nubi, intanto, continuano ad addensarsi su alcuni settori specifici della filiera, uno su tutti il contract che risente più di altri di due fattori quali mobilità e turismo. Basti pensare che i dati Istat dicono che nei primi nove mesi del 2021 la presenza di clienti negli alberghi è calata del 44,3% mentre secondo le stime di Assaeroporti il traffico areo è ben lontano dai livelli pre-Covid tanto che gli aeroporti italiani chiudono il 2021 con 80,7 milioni di passeggeri (-58,8% sul 2019); particolarmente in sofferenza il traffico internazionale (-70,4% rispetto al 2019).

“Il contract infatti dovrà aspettare almeno il 2023 se non il 2024, per tornare ai livelli pre-covid, anche se qualche spiraglio cominciava a vedersi, ma purtroppo è ancora molto debole – commenta il presidente Feltrin – Il settore segue dinamiche e programmazioni ben diverse rispetto al mercato destinato all’arredo domestico e chi lavora per gli hotel, per la crocieristica e per le catene commerciali continua a fare i conti con un rallentamento delle commesse. A compensare in parte questa dinamica è l’outdoor che ha dato forte impulso alla domanda arredi e allestimenti per esterni, sia da parte delle famiglie che da bar e ristoranti, grazie anche alla concessione gratuita dei plateatici”.

Ottime le performance del Macro Sistema Arredamento e Illuminazione

Indubbiamente migliori fino ad ora le performance del Macro sistema Arredamento e illuminazione, che da solo pesa per quasi tre quarti delle vendite estere totali della filiera e che chiude il 2021 con un +11% rispetto al 2019, con le vendite estero al +9,4% e quelle Italia al +12,8% per un valore complessivo di fatturato pari a oltre 26 miliardi di euro. (erano 23,5 nel 2019).

Spostando lo sguardo sul Macro Sistema Legno i preconsuntivi 2021 chiudono con un + 16,6% nel confronto sul 2019 e un fatturato di quasi 20 miliardi di euro (erano 17 nel 2019) e un +29,1% sul 2020.  Per quanto riguarda le vendite sul mercato italiano il settore si attesta a un +21,9% sul 2019 e a un +32% sul 2020. Analizzando l’export, che costituisce poco meno del 25% del fatturato complessivo, la variazione è del +2,5% sul 2019 e del +20,6% sul 2020. Risultano in crescita le esportazioni verso i principali Paesi: Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, mentre risultano in crescita anche le importazioni da Austria, Germania e Cina.

I dati dell’export

Positivo l’export della filiera: +20,6% la variazione sul 2020; +7,3% sul 2019 per un valore pari a oltre 18 miliardi di euro che supera, anche se di poco, i 17 del 2019, consolidando una ripresa delle esportazioni che pesano per oltre il 37% sull’intero settore.

Tutti i primi 10 mercati sono in crescita e la Francia si conferma il primo Paese di esportazione per i prodotti della filiera e pur essendo ormai considerato un mercato maturo, le dimensioni dell’export Made in Italy e i tassi di crescita ne fanno uno sbocco commerciale che rimane, per molte imprese, promettente. Un presidio nel mercato francese si rivela pertanto strategico, tanto che, alcuni dei marchi più noti del Made in Italy hanno scelto di aprire nuovi punti vendita proprio in questo Paese. Spiccano per dinamicità i comparti area living, semilavorati per edilizia, tranciati, pannelli vari e segati di conifere e latifoglie temperate.

Il peso della crisi russa sull’export della filiera legno-arredo

Il peso della Russia sull’export della filiera legno-arredo è pari a 410 milioni di euro (dati aggiornati a novembre 2021) che nel 2019 era di 435, registrando quindi una diminuzione di circa 6 punti percentuali. Il Macro sistema arredamento e illuminazione invece vale circa 340 milioni di euro che erano 361 nel 2019 con una diminuzione registrata anche in questo caso di circa 6 punti percentuali. Nella “classifica” dell’export del Macro Sistema arredamento la Russia è il 9 Paese, dietro a Cina, Spagna e Belgio.

Per quanto riguarda le importazioni la filiera del legno-arredo pesa 136 milioni di euro, registrando un incremento rispetto al 2019 addirittura del 41,2% a dimostrazione soprattutto di quanta materia prima importiamo da questo Paese.

“Un dato – spiega Feltrin – che alla luce degli sviluppi geopolitici non può che farci alzare il livello di guardia, non soltanto per l’export dei nostri prodotti, ma anche per le importazioni di legnami: la Russia è un fornitore importante per la nostra filiera, che compra all’estero circa l’ottanta per cento del legno che poi lavora”.

Il mercato italiano

Volgendo lo sguardo al mercato italiano i Preconsuntivi evidenziano una crescita dell’intera filiera del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020, dovuta sia all’efficacia di agevolazioni fiscali quali ad esempio il bonus mobili, sia alla centralità che ha assunto la casa nella vita degli italiani. Basti pensare che, secondo l’ultimo rapporto della Camera dei Deputati sul recupero e la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio, la spesa per investimenti incentivati sarebbe stimata, in oltre 51,2 miliardi di euro per il 2021.

Per valutare le variazioni registrate occorre considerare che le vendite hanno subìto, soprattutto negli ultimi mesi del 2021 – e ci si attende che questo effetto si produrrà anche nel 2022 – un rialzo dei prezzi di listini per assorbire gli aumenti di materie prime ed energia. Ai forti rincari subìti da tutti i materiali ma anche dall’energia e dalla logistica, le imprese hanno dovuto fare fronte con aumenti in corsa dei propri listini, quasi sempre affiancati da una riduzione dei propri margini.

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