Appunti TecniciPosa

L’ipé imperfetto

Meglio perdere un po’ di tempo in verifiche prima dell’inizio dei lavori che perdere una causa. Logica apparentemente banale

La problematica che andremo brevemente a esaminare è una situazione ‘classica’, nella quale potrebbe ritrovarsi qualsiasi azienda di parchettisti: da una parte c’è del materiale palesemente difettato, dall’altra la direzione lavori, che insiste per portare a termine l’opera… In mezzo il cliente, che ha improvvisamente mille furie. Chi non si è mai ritrovato in simile condizione? Chiaramente, alla fine dei discorsi, c’è la presenza della committenza, che poi è quella che “dovrebbe” pagare l’intera opera (e dati i tempi che corrono, avere un cliente che paga è certamente già un buon traguardo).
Anche se chi scrive può apparire in una posizione privilegiata, personalmente comprendo benissimo la questione: avere un lavoro da svolgere in tutti i modi e nel contempo rendersi conto che il materiale ha certamente delle problematiche, non è una situazione piacevole.
Che fare per non trovarsi poi nei guai e riuscire a soddisfare il cliente nel contempo? Tenere duro, come si suol dire, mediare e nel contempo giungere a una soluzione che sia soddisfacente per tutti.

Un vizio di fondo

Venendo al nocciolo della questione, l’indagine tecnica aveva preso in esame una fornitura di elementi lignei monostrato da posare in esterno della specie legnosa Ipé (Tabebuja ipé); sulla esatta denominazione della specie non erano, al momento del sopralluogo, disponibili documentazioni specifiche. Nessuna documentazione accompagnava il materiale, quale marcatura CE o scheda prodotto, e questa è una situazione abbastanza frequente, purtroppo (diffidare sempre da materiali privi di documentazioni specifiche e anzi pretendere che queste vi siano esibite e consegnate in copia). L’assenza della documentazione accompagnatoria, come ben risulta in svariate sentenze emesse da moltissimi Tribunali, non esonera il posatore dalle proprie responsabilità, figuriamoci se ha anche fornito il materiale.
Unico documento trovato, se vogliamo dargli questa definizione, è soltanto la copia dell’offerta che un solerte agente di un importatore aveva formulato al mio assistito.
Comunque sia, al momento del sopralluogo ho esaminato il materiale prelevando le singole doghe, in maniera casuale, da varie parti di ben due bancali di elementi lignei presenti in loco.

Esame della pavimentazione

È doveroso premettere che la pavimentazione lignea per esterno oggetto della disamina tecnica doveva essere installata su appositi magatelli, avvitati per mezzo di clip. Era palese quindi che il manufatto ligneo doveva avere delle caratteristiche strutturali tali da renderlo idoneo alla messa in opera con clip e fruibile al deambulo del committente.
In effetti, nella conferma di ordine scritta emessa dall’azienda fornitrice la descrizione della fornitura era proprio la seguente: “tavole di ipé fresato per montaggio a clip inox a scomparsa”.
Purtroppo la disamina delle tavole fuori opera ha posto però in evidenza una serie di anomalie strutturali che non consentivano la regolare posa in opera dell’intero lotto fornito.

Ecco le anomalie più gravi ed evidenti:
– mancanza della lavorazione e della fresatura nelle parti estreme (teste);
– teste delle tavole tutte da rilavorare in squadra;
– presenza di ‘smusso laterale’ longitudinale con dimensioni assolutamente diverse fra una tavola e l’altra e addirittura mancanti in molte tavole;
– presenza di ‘spacchi di testa’ con evidente profondità in sviluppo longitudinale;
– presenza di alterazioni della superficie a vista, tali da richiedere un intervento di levigatura meccanica.

Troppi difetti

Da quanto esaminato visivamente nella partita di elementi lignei denominata “tavole di ipé” fuori opera e relativo a una conferma d’ordine scritta, si ritiene che l’intera fornitura sia difettata in maniera tale da non poterla impiegare per la destinazione d’uso per la quale era stata richiesta.
La presenza di difetti strutturali accertati non consente la posa in opera del materiale ligneo oggetto della disamina senza pregiudicarne il risultato finale. Altro particolare che suggerisce l’illogicità del modus operandi dell’azienda fornitrice è legato alla presenza nell’assortimento fornito di alcune tavole con la lavorazione maschio/ femmina nelle parti estreme (teste). Da ciò si desume che la fornitura era possibile averla con la fresatura pronta per il montaggio, contrariamente a quanto sostenuto dall’agente al momento del sopralluogo, ovvero che non era possibile avere materiale con fresature laterali. È evidente che i difetti rilevati e riepilogati sin qui potranno essere eliminati soltanto previa rilavorazione integrale dell’intero lotto fornito e il tutto comporterà una notevole riduzione del quantitativo ligneo (inteso come sviluppo in mq finali), dello spessore delle singole tavole e anche della larghezza (dovendo rielaborare tutto lo smusso laterale di ogni singola tavola).
In alternativa, si prospetta soltanto la sostituzione dell’intero lotto con un altro, dotato delle caratteristiche strutturali idonee, per poter procedere alla posa in opera.

Concludendo

Appare evidente che un grosso possibile problema è stato evitato grazie alla pre-verifica del materiale fatta dall’operatore prima di procedere alla posa in opera.
A questo proposito, ricordo che anche nella norma Uni 11265 del dicembre 2007 “Posa in opera – competenze, responsabilità e condizioni contrattuali”, al posatore è attribuito l’obbligo di segnalare la non conformità eventuale di materiali lignei prima di iniziare la posa in opera. Operare diligentemente significa essere professionali, non bisogna avere timore di perdere un lavoro o di entrare in contrasto con altri professionisti presenti in cantiere, dobbiamo semplicemente far comprendere che si tratta di operare correttamente nell’interesse di tutti. La fornitura esaminata era un vero e proprio catalogo di imperfezioni e difetti tali che sarebbe stato impossibile non avere poi delle contestazioni e richieste di danni. Insomma, meglio perdere un poco di tempo prima dell’inizio dei lavori che perdere poi una causa, con danni economici ‘incontrollabili’.

FONTI CONSULTATE
  • “Le Pavimentazioni in Legno – Tecniche di posa”, Carola Casiraghi e Cesira Macchia, 2002, Maggioli Editore;
  • “Il parquet – dal progetto alla posa in opera”, prima edizione, aprile 2009, capitolo 10 (I parquet per esterni);
  • “Pavimentazioni interne ed esterne”, Francesca Patti, Settembre 2007, Maggioli Editore.

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