Design

Alla Biennale di Venezia un progetto di sughero sostenibile

Nel Padiglione Venezia Amorim Cork presenta Susta il suo concetto di economia circolare e di design

L’economia circolare di Amorim Cork Italia è arrivata al Padiglione Venezia, alla 17^ Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia. Il concetto alla base di Suber, progetto di design sostenibile, ottenuto dalla granina dei tappi in sughero, raccolti e riciclati, è il medesimo che ha ispirato l’ingegno dell’architetto Michele De Lucchi e il suo studio, Amdl Circle, nella creazione di Susta, sgabello appositamente disegnato per la mostra “Sapere come usare il Sapere”.

Il concetto alla base della mostra

La mostra nasce dalla volontà di trovare nuove e costruttive soluzioni dopo la pandemia, in cui protagonista principale è proprio l’Architetto Michele De Lucchi, con le sue Education Stations, edifici per l’apprendimento che nascono da una riflessione sul ruolo educativo dell’ambiente. Attraverso le interazioni delle persone con gli spazi, gli oggetti e le atmosfere si aspira a creare un’armonia psicologica e relazionale che sia il più appagante possibile e che favorisca la crescita dell’individuo e delle comunità. D’altronde, possiamo avere tutta la sapienza del mondo a disposizione, ma se non siamo attratti al suo uso e non impariamo a gestirla nel modo migliore, tutto è sprecato. Oggi non basta sapere, ma serve sapere come usare il sapere.

Biennale Venezia Susta

“L’esposizione del Padiglione Venezia nasce da un progetto costruito in comunità, una comunità che ha saputo lavorare in armonia – ha affermato la curatrice Giovanna Zabotti – Partendo dall’educazione, che è il filo conduttore del percorso espositivo, il mio compito è stato quello di mettere insieme connessioni tra saperi, eccellenze, e personalità differenti per riuscire a rappresentare cosa possono essere questi nuovi luoghi da cui ripartire a vivere insieme”.

L’utilizzo degli scarti del sughero

Susta è così una creazione nella ri-creazione: interamente realizzato con gli scarti del sughero, scelto per la sua leggerezza e biodegradabilità, deriva dal dialetto veneziano in cui significa “molla”. Si rievoca così rapidamente la forma giocosa di un soffietto, evocativa dell’elasticità e dell’elevata resilienza del materiale. Un’espressione di come il futuro (e con esso una nuova normalità) possa essere ispirato proprio dalle radici in cui affonda la quercia da sughero, matrice assoluta e simbolo stesso di Madre Terra.

“Amorim Cork Italia è particolarmente onorata di questo coinvolgimento – afferma Carlos Veloso dos Santos, Amministratore Delegato dell’azienda – Sapere che un progetto come quello di recupero del sughero che da sempre, per noi, significa dare nuova vita a un prezioso dono della Natura, trova qui ri-generazione è una grande emozione. Si riparte da qui, dal sapere e dal suo uso ragionato, motivato, sostenibile. Grazie all’architetto De Lucchi per questa opportunità condivisa”.

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