1 azienda su 5 rischia di chiudere nei prossimi 6 mesi
La chiusura di molte fiere, dovuta al Covid-19, ha inciso pesantemente sui bilanci delle aziende italiane che si occupano di manifestazioni fieristiche
La chiusura di molte fiere, dovuta all’emergenza sanitaria Covid-19, ha inciso pesantemente sui bilanci delle aziende italiane che si occupano di manifestazioni fieristiche. Secondo il report dell’UFI – Global Association of the Exhibition Industry, il 20% delle imprese ha chiuso in rosso, mentre oltre 1 su 2 ha visto il proprio profitto dimezzarsi. Dalle risposte fornite dalle 450 imprese del settore interrogate dall’UFI e distribuite in tutti i continenti è emerso come nel mondo il 54% delle aziende sia stato obbligato a ridurre la propria forza lavoro. Non solo, oltre 1 azienda su 5 in Italia rischia di chiudere nei prossimi sei mesi se le fiere non ripartiranno. Il problema principale resta la disponibilità di imprese e visitatori a partecipare ad appuntamenti fisici (64%) seguito a ruota dall’attenuarsi delle attuali misure che limitano i viaggi (63%) e di quelle di sicurezza stabilite a livello locale per garantire lo svolgimento delle fiere (52%).
Indice di fiducia degli intervistati sulla ripartenza delle fiere
Sempre secondo i dati raccolti da UFI, infatti, negli Emirati Arabi e in Cina, la fiducia per il futuro sembra essere maggiore. Nel primo caso 7 addetti ai lavori su 10 pensano che si ritornerà a una normale attività a partire da metà 2021, mentre in Cina nessun intervistato prospetta un giugno senza fiere, contro il 13% del campione italiano, ma per il 47% l’attività sarà necessariamente ridotta. In Italia, invece, le aziende che si augurano di tornare a un livello normale di attività già a giugno sono il 37% e, in generale, 1 su 2 crede che le fiere riapriranno le loro porte nel secondo semestre del 2021.
Attività fieristiche internazionali
Negli Stati Uniti le percentuali sono leggermente più alte: il 47% pensa che a giugno si raggiungerà di nuovo un normale livello di attività. In Spagna, invece, come riportato dal quotidiano ABC, la FITUR Feria Internacional de Turismo, si svolgerà a maggio in presenza nella capitale. Fra le misure adottate spicca un sistema di ventilazione all’avanguardia che permette di cambiare completamente l’aria all’interno dei padiglioni con un processo della durata di 20 minuti che mantiene una temperatura costante e gradevole per i visitatori.
L’importanza delle fiere nell’economia
Per Maurizio Cozzani, AD di Eurostands, azienda operante nel settore degli allestimenti e dell’architettura temporanea: “Le fiere sono fondamentali per l’economia: rappresentano una vera e propria vetrina che ci permette di far conoscere i raffinati prodotti che nascono in Italia a tutto il resto del mondo. Appena sarà possibile, siamo pronti a ripartire mettendo sempre la sicurezza al centro di ogni nostro allestimento. La situazione del comparto è sicuramente molto difficile, ma Eurostands è riuscita a resistere reinventandosi da subito, con nuovi prodotti e nuovi mercati. Il vero punto di forza? La capacità di saper costruire e progettare all’interno della propria fabbrica. E non ci fermiamo: in questo momento vogliamo rilanciare la nostra abilità produttiva sul design Made in Italy guardando soprattutto all’Oriente dove già da tempo alcune manifestazioni stanno riaprendo. Ad essere cambiate sono anche le esigenze del pubblico: ecco allora che occorre puntare su nuovi modi per coinvolgere i visitatori facendoli sentire sicuri in un ambiente accogliente. Per farlo, abbiamo ampliato il nostro laboratorio di idee e affidato a designer e architetti lo sviluppo di progetti per rendere sicuri gli spazi aperti al pubblico”.