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Superbonus 110% prorogato al 2023

Il rinnovo è arrivato ieri 29 settembre all'interno della nota di aggiornamento al DEF

C’è la proroga al 2023 del Superbonus 110% nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2021, approvata ieri dal Consiglio dei ministri su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco.

“Il percorso programmatico per il triennio 2022-2024 consentirà di coprire le esigenze per le ‘politiche invariate’ e il rinnovo di diverse misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le PMI, all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

“Bene proroga, ma agenda urbana sia tra le priorità del governo – questo il commento di Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – il provvedimento ha certamente consentito la ripresa del settore delle costruzioni colpito già dal 2008 da una profonda crisi strutturale che è stata fortemente aggravata dall’emergenza pandemica. A questo importante risultato economico non si è però aggiunto un risultato altrettanto apprezzabile sul piano ambientale a causa dello stato del nostro patrimonio edilizio, vecchio ed obsoleto, sul quale gli interventi sono stati necessariamente poco incisivi”.

“Serve, quindi, che, nel tempo, il Superbonus diventi una misura strutturale all’interno di nuove strategie, basate sulla rigenerazione urbana, puntando, non su interventi a pioggia o episodici, ma su interventi integrati in ambito urbano, introducendo una sorta di Superbonus urbano. Tutto ciò al fine di avviare azioni concrete verso la riqualificazione urbana ed energetica delle periferie, la qualità degli spazi urbani, l’efficienza delle reti tecnologiche urbane alimentate da energia rinnovabile, il potenziamento del verde, la mobilità dolce”.

“Mettere in essere strategie innovative per la filiera delle costruzioni – conclude – ci metterebbe anche al riparo dal riproporsi di una crisi strutturale da cui sarebbe difficile venire fuori, tenuto conto che la crescita del settore – bisogna riconoscerlo – è figlia di una bolla, indotta appunto dai cospicui incentivi fiscali, i cui effetti saranno limitati nel tempo”.

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