Appunti TecniciPosa

Tra normative e aspettative

Finalmente è in via di completamento il pacchetto norme che regolano tutto quanto ruota attorno alla posa del parquet

Negli ultimi anni c’è stata un’indubbia evoluzione del mercato, che ha portato i produttori a proporre pavimentazioni con finiture ed effetti cromatici sempre nuovi, ma anche più pratici da posare e più rispettosi dell’ambiente; l’altra faccia della medaglia è l’immissione sul mercato di prodotti economici di bassa qualità, oltre all’aumentato numero di posatori “improvvisati”. Va da sé, dunque, che fosse opportuno approntare delle norme che stabilissero dei parametri di riferimento per la posa in opera.
Nei casi in cui è palese la non perizia del posatore oppure la bassa qualità dei materiali le contestazioni del committente sono più che giustificate. Ben venga la regolamentazione dunque, ma sono necessarie delle riflessioni su cosa le nuove norme possono comportare per i posatori.
Al momento della consegna, indipendentemente dalla convinzione del posatore di aver operato nel migliore dei modi, è la committenza che accetta l’intervento o lo contesta (propendendo, nel migliore dei casi, di ritardare il pagamento o chiedendo una riduzione e nei casi peggiori non pagando).
Però ora, con la prossima approvazione di norme riguardanti anche la finitura, in caso di contestazioni, se le norme non verranno rispettate, il posatore sarà messo in una posizione di netta inferiorità: non si potrà, giustamente, discutere o “mercanteggiare” sulla presenza di una difformità. La situazione sarà sicuramente più gravosa in presenza di una CTU, nella quale, nella maggior parte dei casi, non si entra nel contesto operativo, ma si tende a considerare solo la normativa di riferimento. Poter contare su una norma solleva il CTU da tante fatiche…

Un esempio dei pericoli che ne conseguono?

Per l’umidità dello strato ripartitore di carico sarà sufficiente lo 0,5 % sopra la norma per “incatenare” un posatore. O magari un paio di elementi scollati. La morale? Il posatore quanto prima dovrà documentarsi sulle nuove norme e dimostrare di averle rispettate. Non potrà più essere disposto a posare su sottofondi imperfetti, che potranno “trasportare” le loro difformità sulla pavimentazione.
Senza contare i casi in cui, anche se la difformità rientrerà nelle tolleranze ammesse dalle norme, il committente si appellerà alle sue aspettative non rispettate. Riuscirà il posatore a convincere il committente a rinunciare alle sue aspettative o per lo meno a non ispezionare a carponi tutta la pavimentazione per trovare un’imperfezione comunque ammessa dalla norma?
C’è da chiedersi se, oltre a redigere tutte queste norme, non sia opportuno fornire indicazioni al settore anche su quanto è legittimo che un committente decurti la somma stabilita a causa di una imperfezione (rientrante o no in una norma). Altrimenti la situazione sarà davvero troppo penalizzante per la categoria dei posatori, che in ogni caso sta seguendo la strada della professionalità e della qualificazione.

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