Mercato

Come far ripartire l’edilizia

È possibile rilanciare un settore che tanto ha sofferto in questo periodo di crisi? Un suggerimento importante arriva da Andrea Negri, presidente di Made expo.

L’edilizia residenziale, nel 2013, ha toccato i minimi storici e le politiche di tassazione varate dal Governo non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco dello scontento degli Italiani, che alla casa sono legatissimi tanto che, in Europa, rappresentano la popolazione a più alto tasso di immobili di proprietà. Forse è per questo che quando lo Stato ha la necessità di reperire denaro si rivolge all’edilizia.
Ricordiamo che si parla di 72 milioni di immobili (dato di fine 2012 reso noto dal catasto). Di questi, 66 milioni – pari a un valore di circa 36,5 miliardi di euro – sono unità immobiliari a destinazione ordinaria e speciale e 6 milioni sono di proprietà dello Stato che come tali non producono reddito. Ma è possibile conciliare l’esigenza di tassazione che pesa sul settore con una riqualificazione del bene immobile che spinga al rinnovamento del patrimonio edilizio?
Da Andrea Negri, presidente Made expo arriva una proposta decisamente interessante.

Risparmi per tutti

Tutto questo patrimonio, secondo ANCE, rappresenta un ambito nel quale potrebbero essere possibili notevoli risparmi energetici che potrebbero essere detratti dalle tasse – esordisce Negri -. Per fare un esempio, nelle grandi città della nostra nazione gli edifici costruiti 40 anni fa rappresentano il 50% del totale e quelli ante 1976 (anno in cui sono entrate in vigore le disposizioni sull’efficienza energetica) sono il 65% del numero globale. Oggi un’abitazione che ha 30 anni consuma, in media, 180/200 kWh per metroquadro/ anno contro le case in classe C che ne consumano tra i 30 e i 50 kWh per mq all’anno. Se poi si considera che le abitazioni censite (36 milioni) hanno una superficie media di 116 mq, a cui vanno aggiunte le superfici dei 28 milioni di edifici destinati a negozi e pertinenze, significa che, con le nuove riqualificazioni edilizie, magari adottando anche materiali che mantengono naturalmente il calore – come i pavimenti in legno – , si potrebbe contare su un risparmio energetico applicabile su 3 miliardi e 600 milioni di mq. Se questi avessero un consumo di 150 kWh per metroquadro/anno, al prezzo di 0,22 centesimi a kWh, il potenziale risparmio ammonterebbe a 118,8 miliardi di euro/anno, all’incirca oltre 3.800 euro/anno per abitazione.

Chi meno consuma meno paga

In cosa si traduce tutto questo? In un aumento o una diminuzione della rendita catastale che, a questo punto, si lega ai consumi energetici dell’immobile risponde il presidente di Made expo. Ma questo meccanismo si traduce anche in minori costi per il proprietario della casa e nella possibilità di accedere a fondi in convenzione da parte delle banche che lo aiutano a riqualificare il suo immobile. In questo modo, chi non interviene paga la maggior rendita catastale mentre chi è già al di sotto dell’efficienza richiesta riceve una riduzione di questa rendita. Sembra l’uovo di Colombo anche perché Negri ribadisce che, nel caso delle fasce deboli della popolazione (come anziani o immigrati), si potrebbero studiare altre forme di riqualificazione energetica, come l’abbattimento e la ricostruzione dell’immobile o l’housing sociale.
Tutti gli edifici possono essere migliorati e tutti i proprietari possono accedere alle fasce di costo ridotte – conclude Negri -. Senza trascurare il fatto che, questi immobili, adeguatamente certificati, aumentano il loro valore e possono attirare gli interessi di investitori stranieri. Da una mia stima questo significherebbe, per l’Italia intera, un incremento del Pil di 12 miliardi l’anno per i prossimi 10 anni.
Un suggerimento prezioso per tutto il settore, dunque, che troverà sicuramente un palcoscenico ideale in occasione di Made expo 2015.

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