Politecnico di Milano: un corso per formare progettisti 4.0
Wood Design è tenuto dal professor Chernicoff e mira a colmare il gap legato alla mancanza di esperienza tra percorso di studio e mondo del lavoro
Il corso di Wood Design del Politecnico di Milano tenuto dal professor Mariano Chernicoff punta a formare progettisti più consapevoli affrontando la lavorazione del legno a 360 gradi. In particolare, con un approccio tecnico- pratico il responsabile del corso vuole colmare il gap dovuto alla mancanza di esperienza tra percorso di studio e mondo del lavoro, e fornire agli studenti le conoscenze e le applicazioni che legano il design a uno dei materiali più diffusi e utilizzati al mondo: il legno.
Professore, cosa l’ha spinta a ideare questo corso?
“Il mio primo compito all’interno del Politecnico di Milano era seguire il laboratorio di Allestimenti e la costruzione di arredi per eventi. Successivamente ho voluto proporre un modulo didattico che consentisse agli studenti di avere un confronto materico e di prototipazione con il progetto, non più solo a livello di disegno e modellazione. Ogni settimana affido ai miei studenti un tipo diverso di legno, che ho raccolto oppure ho ottenuto da parte di donazioni, con le forme più strane, e chiedo loro di tirar fuori una specie di ciottolo da fiume, una forma in cui tutte le parti siano raccordate, per far capire la progressione della levigatura e quanto sia importante per realizzare un oggetto piacevole da avere in mano.
La differenza risiede proprio nel contatto tra l’oggetto, le mani e i piedi. Anche nel settore del parquet è inutile dire quanto sia fondamentale o determinante la scelta di un pavimento proprio per il piacere che si ha nel contatto con quel materiale”.
Riuscite a svolgere bene le esercitazioni in laboratorio?
“Fortunatamente il sistema Design all’interno della nostra Università dispone di laboratori strumentali abbastanza ricchi. Questi spazi permettono di realizzare alcune idee dei nostri studenti; nel settore dell’arredo, per esempio, oggetti come tavoli o letti di 2X2 m si possono costruire completamente”.
A tal proposito, quali sono le ultime tecnologie per la lavorazione del legno?
“Personalmente ho notato un aumento della diffusione di alcune tecnologie già consolidate all’interno della didattica e del settore produttivo. Una volta le lavorazioni a controllo numerico, quindi le frese a controllo numerico, piccoli laser, stampanti 3D, erano investimenti industriali particolarmente gravosi, che solo alcune aziende o alcuni centri di ricerca si potevano permettere. Invece, la digitalizzazione e l’aumento di produzione di questa categoria di macchine ha permesso a più realtà di poterle impiegare, abbinandole alle lavorazioni tradizionali. Per questo motivo ritengo che non sia in atto un salto qualitativo, ma sia cambiata l’accessibilità di questa nuova tecnologia“.
Possiamo dire che anche l’artigianalità sta diventando un’Artigianalità 4.0?
“Oggi le conoscenze artigianali cercano di sfruttare le potenzialità di tutte queste trasformazioni digitali. Vista questa evoluzione dell’artigianalità – verso il 4.0 se vogliamo – la mia chiave di lettura è quella di cercare di dare ai ragazzi le regole di questo nuovo gioco, di estendere questo concetto verso la figura di un Progettista 4.0 e se lo scenario cambia, devono cambiare ed evolversi anche gli artigiani e i progettisti”.
Con il legno parliamo anche di sostenibilità…
“La sostenibilità è uno dei pilastri della scelta di questo materiale, dopodiché è fondamentale affrontare e presentare in modo corretto i progetti, perché l’equazione ‘legno = sostenibilità’ è valida solo a certe condizioni. Purtroppo, la storia insegna che anche per la ricerca di legni particolarmente pregiati l’uomo è ricorso alla deforestazione. Durante il corso sono presentate le differenze tra pratiche corrette e scorrette, affinché gli studenti possano sviluppare consapevolezza delle certificazioni FSC, del modo migliore per abbinare il materiale. A mio avviso non bisogna dare per scontato che produrre in legno ci renda necessariamente sostenibili”.
Una curiosità: parteciperete al Fuorisalone?
“Assolutamente sì. Siamo sempre stati attori e fautori degli eventi realizzati nel Salone del Mobile e nel Fuorisalone. Il sistema design del Politecnico di Milano lo ritiene un appuntamento fondamentale come vetrina, ma anche come spazio di confronto. Nell’ultimo Salone del Mobile al quale siamo riusciti a partecipare in presenza, perché antecedente al Covid-19, abbiamo ricreato un piccolo laboratorio artigianale legato al legno”.